Mangiare a Roma. La ristorazione cresce nella Capitale

E’ una città in fermento quella illustrata dalla guida ai sapori e ai piaceri “Roma e Lazio 2019″.

”Sono 418 le nuove aperture – sottolinea il curatore Giuseppe Cerasa – che vanno ad arricchire 1194 ristoranti, 285 botteghe del gusto, 99 street food, 114 dimore di charme, 109 pizzerie e 64 produttori di olio. Tra le nuove sezioni quelle dedicate a Terme Relax e ai percorsi ciclabili. Gigi Proietti è il testimonial di una città passata dai fagottari, che cenavano fuori in trattoria portando però con sé cibo e companatico, alla cucina sempre più cercata a livello internazionale”.

La guida 2019 conferisce un premio alla carriera al giovane chef stellato Alessandro Narducci, recentemente scomparso per un incidente stradale.

Premiate inoltre otto eccellenze attive nella capitale e lungo il litorale, con l’annuncio di una prossima guida interamente dedicato a Fiumicino, dove – come sottolinea lo chef stellato Gianfranco Pascucci – si è passato dai ristoranti a fisarmonica con pochi tavoli nei giorni feriali e il pienone nel fine settimana, a una ristorazione professionale che annovera circa 2mila insegne.

”Questa guida da 15 anni racconta – spiega lo chef de La Pergola, Heinz Beck – il bello della città più bella del mondo. A volte ce ne dimentichiamo, ma qui ritroviamo anche la cultura millenaria delle terme”.

Anche per lo chef dell’Hassler Francesco Apreda ”Roma è sempre in fermento e sta diventando più internazionale. Fa piacere in quello che è il crocevia d’Italia”.

Per il direttore di Scienze delle Comunicazioni de La Sapienza, Mario Morcellini, ”la guida e il cibo in generale sottolineano i nostri cambiamenti e l’attuale senso della felicità sia individuale che collettiva. Che a Roma si respira più che altrove. Sono un milione i lettori della guida gastronomica, questa è dunque una guida di massa che mette in scena la narrazione dei saperi e dei sapori”.

Per lo scrittore Marco Lodoli, presente con un racconto d’autore, ”l’anima saporita della Capitale non va sottovalutata, e segna l’evoluzione tra macerie e nobiltà, tra disillusione e illusione”.

Simona Marchini, nella inedita veste di cuoca a domicilio, rivendica ”dignità culturale della città che non è solo buche e degrado”.