Benanti e le sfide del Consorzio Etna doc

“Il 2018 è stato un momento di passaggio. Abbiamo vissuto un triennio importante sia per la produzione di uve che per quella di vino. Sono aumentati anche i produttori. Grazie al lavoro dei Consigli di amministrazione precedenti, in particolare sotto la presidenza di Giuseppe Mannino, il Consorzio è cresciuto tanto, sia in termini di numero d’iscritti, di soci, sia in termini di prospettive. Abbiamo raggiunto traguardi importanti, come per esempio, nel 2011 la possibilità di inserire le menzioni geografiche aggiuntive – ovvero i nomi delle ‘contrade’ dell’Etna – nel disciplinare. Rivendicare sulla bottiglia il nome delle contrade fa bene al territorio perché rende sempre più specifico e territoriale ogni vino.  Non solo. Nel corso del primo trimestre dell’anno scorso abbiamo ottenuto l’“erga omnes”: vuol dire che il Consorzio rappresenta tutti i produttori dell’Etna doc e agisce anche in nome e per conto di chi non è socio del Consorzio. In questo modo il Consorzio avrà maggiori strumenti per poter sviluppare un’attività di tutela e vigilanza sul prodotto Etna (che è la sua prima finalità) e avrà anche più risorse da poter investire  in promozione e valorizzazione (che è la sua seconda finalità)”.

A parlare è Antonio Benanti, il presidente del Consorzio dell’Etna doc eletto nell’estate dell’anno scorso. Benanti – insieme con il fratello Salvino – è alla guida di una delle aziende più note e risalenti del territorio (GnamGlam ne ha parlato qui).

“Perché io presidente? Sono stato spinto a candidarmi nel cda nella lista dei sette che è stata votata all’unanimità. In tanti mi hanno voluto e alla mia età bisogna prendersi delle responsabilità. Oggi c’è più consapevolezza di che cos’è l’Etna. Diversi soci hanno competenze specifiche e voglia di dare una mano. Non c’è una struttura con personale, pertanto il consiglio di amministrazione deve fare, non ha soltanto funzione di indirizzo”.

Quali sono gli obiettivi? “In primo luogo, ovviamente, dobbiamo assicurare la tutela del prodotto e del marchio. In secondo luogo, la promozione dell’Etna doc: vogliamo posizionare il nostro tra i territori di massima eccellenza e qualità. In più, l’erga omnes e i bandi ci permetteranno di fare una raccolta fondi per sostenere la struttura. Serve aprire, poi, una riflessione comune per una revisione costruttiva del disciplinare allo scopo di tipicizzare e rappresentare meglio il territorio. Mi piacerebbe inoltre aumentare le collaborazioni con altri consorzi, come quello del Barolo. Infine, stiamo lavorando per rendere più frequente la comunicazione tra soci: se crescono la condivisione e l’informazione si decide meglio, con maggiore rapidità e consapevolezza”.

Il Consiglio di amministrazione che ha cominciato a lavorare in questi mesi è di tutto rispetto. Oltre ad Antonio Benanti, titolare della delega per lo sviluppo e l’implementazione dei controlli erga omnes, l’organizzazione e i rapporti istituzionali e con la stampa, è rappresentata tutto il mondo vitivinicolo del vulcano.

La vice presidenza è affidata a Graziano Nicosia dell’azienda Nicosia, il più giovane del gruppo, che segue l’evoluzione dell’enoturismo, la valorizzazione del sistema di accoglienza e la formazione.

Francesco Cambria (Cottanera) si occupa dell’area ambiente, sostenibilità, tutela del territorio e fonti di finanziamento per la promozione.

Seby Costanzo (Cantine di Nessuno) è delegato alla comunicazione, alle relazioni esterne e verso i soci, marketing, promozione ed eventi.

Alberto Aiello Graci (Graci) segue l’area evoluzione disciplinare e normative.

Federico Lombardo di Monte lato (Firriato) è il riferimento per la ricerca e i rapporti con università e organismi tecnici, nonché dell’osservatorio sul mercato.

Piero Portale (Masseria Setteporte) è impegnato nei rapporti istituzionali e del territorio, nonché allo sviluppo di servizi per gli associati.

“Noi del cda appresentiamo tutte le dimensioni di azienda e tutti i versanti dell’Etna. Un fatto molto importante perchè l’Etna è uno certo, ma ciascun versante ha le sue specificità e tipicità, oggi  ci sono in CdA raprresentanti di aziende ubicate su  tutte le zone dell’Etna, Sud-Ovest, Sud-Est, Est, Nord. Così tutti si sentono rappresentati”.

E allora in bocca al lupo ai vini e ai produttori dell’Etna.