Gocce d’autunno 2013: la dolcezza del Nero d’Avola appassito

di Vittorio Ferla

 

Tutti noi abbiamo provato almeno una volta il Nero d’Avola, apprezzandone morbidezza, eleganza e concentrazione di estratto e di qualità organolettiche. Ma che cosa succede quando questo tipo d’uva viene esaltato dall’intenso calore del sole siciliano? Possiamo capirlo bene assaggiando Gocce d’autunno 2013, il passito di Nero d’Avola in purezza dell’azienda Marilina di contrada San Lorenzo in Val di Noto. Da queste terre il Nero d’Avola è partito alla conquista del resto della Sicilia e ancora oltre.

Questa terra è speciale, non soltanto per le caratteristiche calcaree che aumentano la salinità dei prodotti, ma per la potenza dei raggi solari che fanno di queste campagne le più assolate d’Europa.

Al termine della raccolta manuale dai vitigni di 20 anni coltivati a spalliera, a fine settembre, le uve passano dalle cassette da 5 kg ai graticci in legno dove restano per 10-15 giorni. I grappoli sono adagiati sotto il sole e la natura fa il suo corso. Esposti al vento caldo, gli acini perdono il loro turgore e liberano liquidi sempre più dolci.

L’impegno dei cantinieri in questa fase è modesto: si tratta di girare di tanto in tanto i grappoli in modo tale che il sole li colpisca tutti in modo uniforme. Per il resto, basta lasciar fare alla natura. Nel corso del processo, l’uva cambia consistenza e le sostanze zuccherine si concentrano sempre di più: alla fine, da 100 kg di raccolto derivano 25 lt di passito. Dopo la pigiatura e il passaggio in legno per 6 mesi viene fuori un prodotto potente e voluttuoso.

Il colore è rosso granato carico (e non potrebbe essere altrimenti). Nel naso si sentono odori di amarene, di confettura di more e di pasticceria. Ricordi di cioccolata amara e cannella. Nella bocca la nota zuccherina è certamente prevalente, ma sostenuta da un buon equilibrio di acidità e sapidità. Le Gocce d’autunno resistono a lungo lasciando un senso di appagamento. Non a caso, qualcuno associa le sensazioni trasmesse da questo vino di 14 gradi a quelle di un Amarone: è successo anche a noi.

Questo passito, da servire a 18-20 °C, sarà protagonista in un finale di pasto fatto di formaggi stagionati – come un buon pecorino siciliano – oppure erborinati così come per accompagnare un tipico vassoio di sontuosi dolci siciliani. Noi vi consigliamo di apprezzarlo anche in semplicità pasteggiando un cioccolato di Modica fondente: un binomio perfetto per essenzialità ed eleganza.