Cué 2014: un sorso di mare in pasticceria

di Vittorio Ferla

Che la Sicilia sia terra di grandi contrasti e di grandi eccessi è risaputo. Ripeterlo può apparire scontato, uno sforzo di fantasia troppo debole. Eppure non possiamo farne a meno dopo aver assaggiato il Moscato giallo di Noto vinificato in purezza nella versione proposta dall’azienda Marilina della famiglia Paternò. Nel caso di questo vino, però, le contraddizioni sorgono improvvise e inattese e davvero meritano questo commento.

Le vigne, coltivate a spalliera, hanno 25 anni di età e sono site in Contrada San Lorenzo, fatta di terreni bianchi calcarei, nel cuore del Val di Noto. La vendemmia è manuale e si svolge a fine a agosto. Il mosto resta nelle grandi vasche di cemento per 5 mesi e poi altri due mesi in bottiglia. In questo modo il vino esprime al meglio le caratteristiche varietali e territoriali.

Il nome scelto dalla casa per questo vino è “Cué” che in dialetto siciliano significa “Chi è?”. Una espressione che si usa per qualcuno di inaspettato o inatteso. Provate, dunque, a degustare questa bottiglia e capirete bene il senso del nome.

Il colore è un dorato carico e brillante. Il motivo? L’uva è sottoposta a macerazione per 7-12 ore. In pratica, le bucce trasferiscono al mosto gran parte della sostanza colorante e aromatica tipica. Anche per questo motivo il bouquet è ricco di profumi intensi di frutta bianca candita, di pesca dolce, di mela al forno. Sembra già di essere entrati in una pasticceria siciliana e quasi ti aspetti di addentare da un momento all’altro una fragrante brioche appena sfornata o una pasta di mandorla zuccheratissima o un cucchiaio di cassata tradizionale.

E qui arriva la sorpresa che “frustra” ogni aspettativa. Metti il vino in bocca e credi di aver bevuto un sorso di mare sapido, direttamente dalle onde dei lidi di Noto. Al palato è tutto capovolto: il gusto è molto poco acido, ma tanto salato che quasi brucia.

Da accostare, ovviamente, a primi caldi estivi e di mare ad una temperatura di 17 °C.

“Cué” 2014, 12 gradi alcolici, lascia di stucco. È difficile che questo vino piaccia a tutti. O si ama o si odia. Dal naso alla bocca, sembrano due vini diversi e contrapposti. Ma proprio per questo, merita una prova.