Il cibo nei dipinti: quanta realtà c’è nell’arte?

di Ilaria Donatio

La questione se l’arte rifletta o meno la vita reale è da sempre tema di dibattito rispetto al modo di vestire, agli stili di vita, ai comportamenti sociali, ma si può applicare anche al cibo e al suo consumo così come storicamente ritratto nei dipinti, nei diversi paesi di origine? Ce lo siamo chiesti qui, provando a fornire le prime risposte.

calendario-gennaioGli affreschi di ricchi cenacoli e grandi banchetti, poco ci dicono degli stili alimentari che le famiglie seguivano. Per esempio, non sappiamo se questi dipinti abbiano un qualche valore storico o se cambino a seconda del Paese e del periodo.

L’analisi realizzata da tre studiosi negli Usa – Brian WansinkAnupama MukundAndrew Weislogel  – su 140 tele, provenienti da cinque paesi diversi (Paesi Bassi, Francia, Italia, Germania e Stati Uniti) nel corso di mezzo secolo – rispetto ai dipinti che risalgono al principio dell’età moderna, suggerisce che no, l’arte non rifletteva affatto la vita reale.

Appare invece più probabile che il cibo rappresentato fosse collegato alle identità e alle culture dei popoli, oltre che ad associazioni di tipo simbolico e politico con particolari generi alimentari. Dunque, l’arte non come semplice riflesso della realtà, piuttosto come prodotto culturale complesso che mostra le preferenze e i valori degli artisti che li hanno realizzati e dei loro clienti che, in alcuni casi, li hanno commissionati. Così come è il mercato a condizionare la creatività e le

Nicolaes Gillis - Gedekte tafel (1611)

Nicolaes Gillis – Gedekte tafel (1611)

scelte di acquisto del pubblico, fondate sulla disponibilità di prodotti alimentari offerta dal commercio globale: i dipinti raffiguranti scene di cenacoli mostrano, per esempio, quanto le pietanze si facciano sempre più abbondanti nel corso del tempo, così come aumenta la proporzione tra cibo e del pane nei banchetti. Questo significa che c’è una relazione tra arte e “salute economica “dei paesi.

Economia e arte

E se, evidentemente, l’arte riflette le dinamiche economiche, perché non concludere che anche il cibo presente sulle tele degli artisti dica qualcosa del periodo in cui è stata realizzata quell’opera? Visto che l’arte è sempre stata parte integrante di ogni cultura, attraverso i diversi periodi storici, è corretto tenere conto del ruolo giocato dagli artisti nel concepire un modello di stile di vita a cui aspirare e dunque da desiderare, in una determinata epoca storica. Certamente, è possibile argomentare al contrario: e cioé che la bellezza e la desiderabilità di un certo cibo o l’esibizione di una competenza tecnica particolare necessaria a dipingerlo, potrebbero aver ispirato la creazioni di alcuni capolavori.

Still Life with Peacock Pie (1627) - Pieter Claesz

Still Life with Peacock Pie (1627) – Pieter Claesz

Dibattiti sul tema hanno imperversato a lungo tanto nel mondo accademico quanto sui media. Nell’articolo del 2000,”L’arte imita la vita?“, i suoi autori (Harris  e Donmoyer ) parlano delle emozioni e della cultura come di aspetti della vita che certamente sono presenti ed emergono nei film. Ma gli artisti visivi, come i pittori, potrebbero scegliere di dipingere soggetti di natura morta solo per realizzare opere di successo. 

 

 

(fine seconda puntata)

Fonte: http://sgo.sagepub.com/