Cantine Russo: le nostre degustazioni

 

Rampante 2010 Etna Rosso doc 

et_rampante_rossoNerello Mascalese (80%) e Nerello Cappuccio (20%) dai terreni vulcanici di Solicchiata, Castiglione di Sicilia (CT). Sistemi d’allevamento a spalliera e ad alberello. Gradazione alcolica: 13,5%. Invecchiato per 18 mesi in barrique di rovere e tonneau, poi due anni in vasche di acciaio inox. Affinamento in bottiglia per 8 mesi.

Rosso con riflessi granati nel calice, limpido e scarico. Naso intenso ed elegante, ricco di profumi: si sente la vaniglia, la nota floreale della ginestra, la tipica impronta lavica di pietra, il lampone, infine la liquirizia e il caffè. In bocca è pieno, rotondo e avvolgente. Ritorna la dolce nota delle spezie che, unita allo spessore glicerico, ricompone i tannini e le punte di acidità. Persistente.

Da abbinare con sughi di carne, minestre di legumi e formaggi stagionati.

Krasì 2007 Etna Rosso doc Riserva 

Classico l’uvaggio: Nerello Mascalese (80%) e Nerello Cappuccio (20%). et_krasiInvecchiato per due anni in botti
di rovere, poi due anni in acciaio. Vino non filtrato e affinato in bottiglia per 8 mesi.

Colore rosso con riflessi granati. Il naso è elegante, richiama i frutti di bosco maturi, la mandorla e la vaniglia. Al palato rivela un buon corpo, è morbido, i tannini sono delicati.

 

Mon Pit, spumante metodo classico

Realizzato con uve Carricante e Cataratto, questo spumante è ricavato da vigne et_mon_pit_classicposte a quota 670 metri, in contrada Crasà, sull’Etna, in provincia di Catania, vicino alla cantina, con fermentazione a temperatura di 16-18°. I lieviti per la fermentazione sono acclimatati in una miscela particolare di zucchero di canna, acqua e vino per formare il pied de cuve che servirà per la fermentazione della massa. Sosta sulle fecce per tre anni, 12,5 gradi, vendemmia 2011 (sboccatura 2013).

Dotata di terreni minerali, l’Etna è una zona fortemente vocata per lo spumante grazie ad uve molto ricche di acidità. Lo spumante qui si è affermato abbastanza di recente. E tuttavia il primo a farlo fu, due secoli fa, il barone e agronomo Spitaleri. Questi non si limitò a produrre i primi Pinot nero d’Italia (la cui base fornì la formula del primo Etna rosso) premiati alla fine dell’800 in diverse capitali europee, ma fu, appunto, tra i primi produttori di champagne d’Italia, con lo “Champagne Etna”.

Il Mon Pit, spumante Metodo Classico (in tal caso Blanc de Blancs), prende il nome dalla cenere precipitata nel terreno di vendemmia e proveniente da un piccolo cratere a depressione che si era formato nel versante sud. Questi crateri vengono appellati Pit Craters. Così, il produttore lo chiamò, appunto,  “il mio Pit”.

Presenta un colore giallo intenso, le bollicine sono fini e persistenti, all’olfatto si sente la crosta di pane tipica dei lieviti, una nota mielata, profumi di arancia, pompelmo, ananas e frutta candita che già fanno salivare. Questo vino è franco, pulito, fine ed elegante. In bocca la freschezza acidula è contrastata dalla consistenza e dal corpo: è un vino ricco di estratto, ha una buona struttura e conserva il calore. Il dolciastro dell’avvio progressivamente scompare e resta in fondo una nota amarognola che si potrebbe associare alla mandorla. Possiamo concludere che il profumo è più intenso rispetto al gusto.

Funziona bene come aperitivo. Consigliabile anche per accompagnare tutto il pasto se abbinato, in particolare, a prodotti “grassi” come pesce, crostacei e formaggi.