Mangiare pasta rende felici (anche di sera)

Il 25 ottobre è la Giornata mondiale della pasta curata dall’International Pasta Organization (IPO) e, quest’anno, il ruolo di capitale l’ha avuto San Paolo del Brasile (la prima edizione, nel 1998, si è tenuta a Napoli). Per quanto, il nostro Paese non abbia nulla da inviare agli altri, quanto a consumo di pasta.

In Italia, infatti, nel 2017, sono stati ordinati a domicilio quindicimila chili di pasta, tanto da superare il 70% di richieste rispetto al 2016.

I dati sull’amore per la pasta che continua a caratterizzare gli italiani, giungono da Just Eat, big dei pasti a domicilio, in occasione del World Pasta Day. Dal sondaggio su 14.000 utenti in 13 città italiane emerge anche che la lasagna è il piatto di pasta più ordinato a livello nazionale, seguita dalla carbonara e, a maggior distanza, dalle tagliatelle al ragù.

Bologna e Roma le più mangione, lasagna la preferita

Bologna è la città che ordina più pasta in Italia davanti a Roma e Milano. Dei 15.000 kg ordinati domicilio in un anno in Italia, il 22% proviene da Bologna, con 3.400kg ordinati a domicilio e la preferenza che va alle tagliatelle al ragù. Al secondo posto troviamo gramigna e salciccia e panna e poi spaghetti alla carbonara.

Segue Roma con il 20% e 3.100kg tra cui regna sovrana la lasagna al ragù davanti ai mezzi paccheri alla gricia e quelli all’amatriciana. Ma anche al nord le città hanno un impatto importante sul totale della pasta ordinata: Milano e Torino pesano entrambe il 9%, con 1.400 kg ciascuna, e, tra le preferite, lasagne, tagliatelle al ragu’ e penne all’arrabbiata per la prima; tortellini alla panna, lasagna e tagliatelle al ragu’ per la seconda.

Guardando invece al resto dello Stivale troviamo preferenze assolute come lasagne al pesto a Genova, i tortelli al basilico a Firenze, spaghetti allo scoglio a Pisa, fettuccine alle vongole veraci a Palermo, orecchiette al ragù a Bari.

Il momento dei marchi con grano 100% italiano

“Quest’anno si festeggia l’arrivo dell’etichetta Made in Italy che obbliga ad indicare la provenienza del grano utilizzato come chiede l’81% dei consumatori secondo la consultazione pubblica on line sull’etichettatura dei prodotti agroalimentari condotta dal Ministero delle Politiche Agricole”. Lo afferma Coldiretti. “Si tratta di un provvedimento per garantire maggiore trasparenza negli acquisti ai consumatori e fermare le speculazioni che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano italiano al di sotto dei costi di produzione che ha causato la drastica riduzione delle semine”.

“Con l’etichetta – prosegue Coldiretti – arriva un giusto riconoscimento del lavoro di oltre trecentomila aziende agricole italiane che lo coltivano. L’Italia e’ il principale produttore europeo e secondo mondiale di grano duro, destinato alla pasta con 4,3 milioni di tonnellate su una superficie coltivata pari a circa 1,3 milioni di ettari che si concentra nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia e Sicilia che da sole rappresentano circa il 40% della produzione nazionale. Gli italiani sono i maggiori consumatori mondiali di pasta con una media di 23,5 chili all’anno pro-capite ma l’Italia si conferma leader anche nella produzione industriale, con 3,2 milioni di tonnellate, davanti a Usa, Turchia e Brasile”.

“Mangiarla rende felici”

“Basta con i falsi miti sulla pasta: non è vero che non si possa mangiare la sera. Stimola la tiroide e fa bene anche all’umore”. Lo spiega nel suo libro La dieta dei biotipi,  Serena Missoriendocrinologa e nutrizionista che in occasione della Giornata mondiale della pasta, ha lanciato una serie di consigli “per godersi il più tradizionale piatto italiano senza alcun rimorso”.

“Un bel piatto di pasta – spiega Missori – richiama alla mente le immagini più tradizionali delle cucine italiane. Un piacere gastronomico che troppo spesso chi è in sovrappeso, o anche solo chi sta attento alla linea, tiene alla larga”.

Secondo la dottoressa: “È opportuno prediligere la pasta di grano duro, meglio se trafilata al bronzo e anche integrale. Meglio, comunque, scegliere gli spaghetti che hanno l’indice glicemico inferiore e quindi sono adatti anche ai diabetici e a chi deve perdere peso”. La pasta inoltre, “deve essere assolutamente al dente perché dà più sazietà e ha un indice glicemico inferiore. Attenzione, quindi, a non cuocerla eccessivamente. Qualora succedesse raffreddarla sotto un getto d’acqua corrente”.

Falsi miti e… una carbonara

Altro falso mito: no alla pasta di sera. Secondo la specialista, invece, “la pasta può essere consumata anche nelle ore notturne, 

soprattutto se siamo stressati, se soffriamo d’insonnia, se siamo in menopausa e abbiamo le vampate o se soffriamo di sindrome premestruale. Questo perché la pasta favorisce la sintesi di serotonina e di melatonina facendo assorbire maggiormente il 

triptofano e quindi ci fa rilassare e favorisce il sonno. Se ci rilassiamo si riducono gli ormoni dello stress, fra cui il cortisolo, che favoriscono l’aumento di peso. Il biotipo nervoso cerebrale puo’ concedersi una bella spaghettata a ogni pasto, il biotipo linfatico chedeve perdere peso e’ meglio che non la mangi proprio tutte le sere, il biotipo bilioso e sanguigno, con moderazione e associando la pasta al consumo di verdure, puo’ mangiarla sempre”.

Per concludere, sottolinea l’esperta, “per chi è celiaco o sensibile al glutine, o soffre di colite o di malattie infiammatorie intestinali, via libera alla pasta di riso integrale, di quinoa e di grano saraceno, sempre con l’accortezza di consumarla al dente associata a delle verdure amare, prima o dopo il pasto”.

Cinque dritte

1) Attenzione alla qualità: è opportuno prediligere la pasta di grano duro, meglio se trafilata al bronzo e anche integrale. Meglio comunque scegliere gli spaghetti che hanno l’indice glicemico inferiore e quindi sono adatti anche ai diabetici e a chi deve perdere peso.

2) La pasta deve essere assolutamente al dente, perché dà più sazietà e ha un indice glicemico più basso. Attenzione quindi a non cuocerla eccessivamente. Qualora succedesse raffreddarla sotto un getto d’acqua corrente.

3) Sì a una bella spaghettata saltata in padella con olio extravergine d’oliva e spezie, ma ogni tanto concediamoci anche una carbonara con uova, pancetta (preferibilmente senza nitriti) per aggiungere un boost di proteine. Fra l’altro questa associazione stimola la tiroide: ricordiamoci di associarla a della verdura amara, come ad esempio la rughetta per ridurre la ritenzione idrica che un piatto di pasta abbondante potrebbe causare.

4) La pasta può essere consumata anche di sera, soprattutto se siamo stressati, se soffriamo d’insonnia, se siamo in menopausa e abbiamo le vampate o se soffriamo di sindrome premestruale. Questo perché la pasta favorisce la sintesi di serotonina e di melatonina, facendo assorbire maggiormente il triptofano e quindi ci fa rilassare e favorisce il sonno. Se ci rilassiamo si riducono gli ormoni dello stress, fra cui il cortisolo, che favoriscono l’aumento di peso. 

5) Infine, per chi è celiaco o sensibile al glutine, o ha la permeabilità intestinale o soffre di colite o di malattie infiammatorie intestinali, via libera alla pasta di riso integrale, di quinoa e di grano saraceno, sempre con l’accortezza di consumarla al dente associata a delle verdure amare, prima o dopo il pasto.