Street food: il cibo di strada ieri e oggi

Ishai Golan è “il re dello street food” e in ognuna delle puntate del suo programma in onda su LaEffe ha 24 ore a disposizione per scovare e assaggiare tutto il meglio del cibo locale: venditori di strada, ristoratori e chioschi ambulanti gli propongono le tradizioni culinarie più strane e popolari.

Ogni posto ha una sua tradizione e i suoi segreti: dal migliore pollo tikka di Mumbai, alla rinomata baguette parigina, fino al caffè più buono di Napoli. Ristoranti, mercati, bar: Ishai si presenta come un ‘pellegrino del cibo’ e così diventa la guida perfetta per scoprire le ricette di cui non si può fare a meno in ogni paese del mondo.

Cibo di strada: una tradizione antichissima

D’altra parte, il cibo di strada ha radici antiche. Viandanti, mercanti e pellegrini portavano, nelle loro sacche e sporte, il cibo che avrebbero consumato lungo il cammino. Chiamiamolo cibo da strada, di strada, per strada o sulla strada, tante sono le sfumature che portano tutte al comun denominatore di cibo in movimento. È il cibo di chi viaggia, cammina, passeggia e di chi semplicemente si sposta da un luogo all’altro e trascorre le giornate fuori casa. Non è di certo cibo per tipi sedentari! Il cibo da strada piace, coinvolge, fa compagnia.

Chi non ricorda i gelatai che piazzavano il loro furgoncino bianco nella piazzetta del paese richiamando frotte di bambini che, con i soldi contati, scendevano in strada di corsa per gustare il cono al cioccolato? E se il gelato è il cibo di strada per eccellenza non si può tacere dello zucchero filato, morbido ed enorme, che lasciava le labbra e le mani ben appiccicate in tutte le feste e le sagre di paese… L’elenco è infinito: torroni, croccantini, confetti vari, e poi caldarroste, fette d’anguria o fichi d’india offerti nei chioschi all’angolo della strada. A ciascuno il suo ambulante.

Ma dire street food, oggi, significa parlare di una diversità e di una specificità geografiche e culturali straordinarie: dai castagnacci liguri e toscani, alle fritole veneziane, ai babà napoletani, ai supplì romani ai panini con la carne di cavallo catanesi, tutto il cibo di strada italiano è una scoperta continua. Veri e propri itinerari del gusto, ricchi di storia e tradizioni, che raccontano di etnie, identità e famiglie: pizze al trancio, panini, tramezzini, piadine, crescioni, crescentine, gnocchi fritti, tigelle, borlenghi, torte fritte, erbazzoni, focacce, farinate, fugassette, olive all’ascolana, panzerotti, calzoni, arancini, cicheti, crocchette, crepes, porchetta, salamella, baccalà, pesce fritto, folpeti, wurstel e crauti, lampredotto, pani cà meusa, panelle, stigghiole e via elencando.

Ormai da diversi anni, poi, si afferma una tendenza precisa, mutuata dalla cultura statunitense: quella dei food trucks che hanno conquistato anche le capitali europee.

Per strada, a Parigi

Anche Parigi, per esempio, si può trovare una incredibile selezione di food truck. Le Camion qui Fume è il primo food truck ad avere inaugurato le danze. Lo si ritrova alla Madeleine, fuori dal cinema MK2 Bibliothèque o a Porte Maillot. Menu hamburger + patatine a 10€. Precursore di tendenze, il camioncino ha aperto anche un indirizzo “fisso”: il Freddie’s Deli, nell’undicesimo arrondissement. Contrariamente al suo cugino su ruote, il ristorante non propone hamburger, ma dei sandwiches ispirati dai delis newyorkesi (prezzi dai 7 agli 11 €).

Cantine California

Cantine California

Ormai parte del “truck-panorama” di Parigi, la Cantine California è solitamente citata nelle classifiche dei miglior burger della città. Gestita da Jordan Feilders, un americo-canadese, il truck propone un menù hamburger (carne, uova e farina biologiche) a 11euro. Staziona di solito al Marché Saint Honoré, a due passi dell’Opéra, o al Marche Raspail, tra le fermate Sèvres Babylone e Rennes (linea 12).

Fra i nuovi arrivati si conta il Camion Bol di Nathalie Nguyen, finalista della trasmissione Master chef francese del 2011. Il camioncino, che si alterna fra Levallois Perret (periferia) e il Parc Georges Brassens nel 15simo arrondissement, propone diverse specialità vietnamite. Contare circa 7€ per un Bo Bun o un ‘Wok du jour’.

A passeggio per l’Urbe

Stesso scenario a Roma. Fino ad oggi tanti i ‘punti fermi’ dello street food in tutti i sensi.

Nel quartiere Monti c’è Mariolina in via Panisperna con ravioli, polpettine e insalate da prendere e mangiare strada facendo nei contenitori biodegradabili. Per soddisfare la fame da passeggio c’è pure Beveria a Monteverde o Pani&Ripieni in via Appia Nuova con cresce, piadine, baguette e pizza ripiene di prelibatezze alimentari.

In pieno centro a piazza Navona ha aperto Emmò Pasta con la cucina a vista e la consulenza in cucina di Alessandro Circiello: da ordinare take away polpette, supplì ma pure amatriciana o cacio e pepe.

Ma c’è molto di più. Una nuova generazione di camioncini gourmet che offrono un menu ricchissimo e variopinto. Ma su questi nuovi ‘locali mobili’ di tendenza ritorneremo in un’altra delle nostre puntate.