Solo il “cibo educato” combatte gli sprechi

Polpette e polpettoni a base di carne o di tartare di pesce preparati in quantità a pranzo, contorni di verdure e pasta avanzate si trasformano in frittate saporite per cena. Un’allegra ratatouille per dare nuova vita alle verdure. Mentre la frutta secca, una volta caramellata, diventa un fantastico torrone e quella fresca, una buona marmellata oppure una macedonia. E poi: pandoro e panettone delle feste hanno una seconda chance, ancora più golosa, se farciti con creme fresche.

La chiamano “cucina degli avanzi” oppure “anti-spreco” e, negli ultimi tempi, ha grande seguito: non è solo questione di tendenze o di mode del momento, è soprattutto una scelta, sempre più condivisa.

“Recuperare il cibo è una scelta”, conferma Coldiretti – che fa bene all’economia e all’ambiente anche con una minore produzione di rifiuti”.

E se è vero che gli italiani – stima Coldiretti – hanno speso 2,1 miliardi di euro – il 25 per cento in più rispetto allo scorso anno – con oltre 55 milioni di bottiglie di spumante stappate a Capodanno e 6,5 milioni di chili di cotechini e zamponi serviti assieme a 10 milioni di chili di lenticchie, secondo l’indagine Ixe’, sarebbero mezzo miliardo gli avanzi rimasti sulle tavole imbandite per le feste di fine anno.

La buona notizia è che in molte famiglie è aumentata la sensibilità verso la riduzione degli sprechi per motivi economici, etici ed ambientali: ben sei italiani su 10, secondo l’indagine, avrebbero infatti tagliato gli sprechi alimentari nel 2015, con una cucina che predilige i piatti del giorno, tornati prepotentemente nelle abitudini alimentari delle famiglie.

Al cibo bisogna ridare valore partendo dall’educazione“: questa una delle chiavi, forse la principale, di “Cibo“, il saggio di Andrea Segrè – agronomo ed economista –  dedicato proprio allo spreco di cibo.

“Un cibo educato: un solo aggettivo, senza tante parole”, si legge nel pamphlet: “se riusciamo a riconoscerlo e a riconoscerci nel cibo educato – questa è la vera sfida del nostro andare contro tempo e contro corrente – ci riprenderemo anche il diritto del cibo, e non solo il suo rovescio, non solo per noi, ma per tutti”.