Coldiretti: italiani, popolo di cuochi (con brio)

Dall’autarchico all’hi tech, dal biodiverso al salutista, dall’etnico al green: in questo Natale si affermano in Italia nuovi menu con più di un italiano su quattro (28%) che dichiara di voler dare un tocco personale alla tavola. Lo rende noto l’indagine ColdirettiIxè “Il Natale sulle tavole degli italiani”.

Una decisa tendenza alla personalizzazione, dunque, trasforma, arricchendole, le più tradizionali ricette del territorio. Ce n’è per tutti i gusti e per ogni esigenza: il menu ecosostenibile e il menu romantico, il menu di “soli prodotti nazionali” e il menu etnico, il menu salutista e quello di lusso. Insomma, italiani creativi almeno a tavola!
Il menu green non ha che l’imbarazzo della scelta: per chi vuole coltivare uno spirito autarchico senza rinunciare ai prodotti cult del Natale c’è ad esempio la possibilità di acquistare dell’ottimo caviale di lumaca del Val di Noto al posto di quello del Volga, ma anche bottarga di Cabras o trote italianissime al posto del salmone dell’Alaska. Per il menu salutista, novità in arrivo: oramai è possibile mantenere l’attenzione alla dieta, senza rinunciare a qualche sfizio gustando specialità come il pecorino anticolesterolo, i cioccolatini all’olio d’oliva o addirittura le olive ricoperte di cioccolato, la pasta alla canapa contro le intolleranze o il muscolo di grano che consente di portare in tavola dalla porchetta alla fiorentina, dal filetto agli straccetti, dagli hamburger ai salumi, tutto rigorosamente fatto di frumento e legumi.
Non solo. Si può decidere anche di imbandire le tavole con i primi prodotti coltivati in Italia per effetto dei cambiamenti climatici che hanno reso possibile la raccolta di avocadoarachidi, rigorosamente Made in Italy o di offrire l’olio ottenuto da piante mai giunte tanto a ridosso delle Alpi, oppure il vino prodotto a quasi 1200 metri di altezza nel comune di Morgex e di La Salle, in provincia di Aosta, dove nei vitigni più alti d’Europa si coltivano le uve per il Blanc de Morgex et de La Salle Dop.
Ancora: per quanti possono permetterselo e cercano il menu del lusso, è possibile stappare lo spumante con polvere d’oro o quello tempestato di swarowsky, ma anche il caviale “Doc” di produzione nostrana. Non manca poi chi è alla ricerca della tradizione con la riscoperta dei cibi antichi degli avi: dal vino cotto, con cui concludevano i loro succulenti banchetti patrizi e gli imperatori romani alla manna, il prodotto simbolo della Bibbia, salvata dall’estinzione dagli agricoltori siciliani, che la estraggono dal tronco del frassino.
Poi, per una idea regalo che concilia il passato con il futuro ci sono i legumi coltivati nell’Isola di Ustica portati nello spazio da Samantha Cristoforetti o le microalghe della specie Spiruline e Haematococcus consigliate come integratori e ricostituenti nelle diete ipocaloriche perché particolarmente ricche di proteine, sali minerali e antiossidanti naturali.
Per i più romantici, un menu realizzato con un mix di prodotti afrodisiaci: dal pistacchio di Bronte al famoso brodo di giuggiole fino all’immancabile peperoncino per rendere la ricorrenza più piccante.
Il menu anticonformista, infine, ha il tocco alternativo dato dalla stupefacente combinazione di prodotti da “sniffare”: dal puzzone di Moena al tartufo, dall’aglio di Sulmona fino il marcetto teramano per un “Natale all’insegna della puzza che piace”!
“L’Italia è l’unico Paese al mondo che può vantare 276 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) riconosciuti dall’Unione Europea”, documenta Coldiretti, “oltre a 4886 prodotti tradizionali censiti dalle Regioni, ma è anche leader in Europa con oltre 50mila imprese biologiche e dispone di un eccezionale patrimonio di biodiversità grazie a ben 504 varietà iscritte al registro viti (contro le 278 dei cugini francesi), ma anche 533 varietà di olive contro le 70 spagnole”. Non a caso, quest’anno, il nostro Made in Italy alimentare registra un record storico sulle tavole delle festività di tutto il mondo: secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat relativi ai primi nove mesi del 2015, aumenta il valore delle esportazioni di tutti i prodotti più tipici del Natale, dallo spumante (+19%) – che guida, dunque, la classifica di questo Natale all’estero – ai panettoni (+9%) ma crescono anche i vini (+8%), la pasta (+7%) e i formaggi (+4%),