Valle dell’Acate, l’eleganza del Cerasuolo di Vittoria

di Vittorio Ferla

 

Per raggiungere la cantina Valle dell’Acate, a pochi chilometri dalla cittadina di Acate, bisogna muoversi tra strade di provincia nel ventre della Sicilia più profonda. Si arriva alla fine in una piana di tipo “mesopotamico”, una zona tra i fiumi Ippari e Dirillo che oggi è asciutta ma che un tempo era solcata da abbondanti acque fluviali. L’ingresso è un monumentale viale di palme.

 

Nella terra del Cerasuolo

“Questa terra, che fa parte dell’areale del Cerasuolo di Vittoria, affonda la sua storia su solide radici vitivinicole. Lo testimoniano il ritrovamento di anfore di vini portate nei porti di Pompei e Kamarina dai commercianti ragusani millenni fa. Lo testimonia il fatto che Vittoria era un punto di riferimento per la produzione di uve da mosto che venivano per lo più vendute ai francesi per il taglio dei vini. Lo testimoniano, infine, gli antichi e ben conservati edifici, quali il palmento e la grande dispensa dove veniva fatto confluire il mosto. C’è stato un tempo in cui, alla fine degli anni ’50 le serre avevano preso il sopravvento sui vigneti, estirpati per fare spazio ai vivai. Poi, grazie anche all’impegno di alcuni produttori come Occhipinti, Planeta, Jacono, questa terra ha riscoperto e rilanciato la sua antica vocazione vitivinicola”.

A raccontarci questa storia è Giovanni Carbone, sommelier e hospitality manager della cantina, professionista appassionato e competente, punto di riferimento sicuro per chi vuole conoscere il territorio di Vittoria e vivere un’esperienza turistico-culturale completa.

A sinistra Giovanni Carbone e, a destra, Vittorio Ferla

Con lui visitiamo i vigneti e l’antico palmento dell’azienda, forse il più grande di Sicilia, dove sono conservate le barrique di rovere francese e una esposizione di antichi strumenti della viticoltura locale. Proprio nel palmento si svolgono le degustazioni guidate.

 

Un’azienda moderna

Ovviamente, Valle dell’Acate è ormai una moderna realtà imprenditoriale gestita dalle famiglie Jacono (viticoltori da sei generazioni) e Ferreri. In particolare, Giuseppe Jacono e Ottavio Ferreri, entrambi agronomi, sovrintendono alla conduzione dei 100 ettari di vigneti che si estendono in lungo e in largo in contrada Bidini.

Gaetana Jacono

Gaetana Jacono invece è il volto dell’azienda, apprezzata donna del vino dedicata alla promozione dei tesori aziendali. Con una produzione annua di circa 400.000 bottiglie, i vini della Valle dell’Acate, vengono esportati e hanno raggiunto oltre agli Stati Uniti, l’Europa, e il Canada, i nuovi mercati dell’Asia, dal Giappone alla Cina, dalla Russia all’India, e sono ben posizionati e riconosciuti in Italia e, ovviamente, in Sicilia.

 

7 terre per 7 vini

Dal 2001 buona parte dei vigneti sono stati ripiantati con gli autoctoni frappato e nero d’Avola. Nel frattempo è andato sviluppandosi un progetto di selezione dei suoli e delle vigne della tenuta, finalizzato a individuare il terreno più idoneo per ognuno dei vini prodotti. Con il progetto “7 terre per 7 vini”, in particolare, Valle dell’Acate ha valorizzato i vigneti in cui si trova, il terroir, associando a ogni vino il terreno più idoneo per un’espressione caratteristica, altamente qualitativa.

I vini della linea più prestigiosa della cantina sono 7, proprio come le terre dalle quali nascono. La valorizzazione del terreno come concentrato di biodiversità si inquadra in un impegno ampio per la tutela del territorio. L’azienda, infatti, porta avanti metodi produttivi ad alta sostenibilità ambientale con un’attenzione particolare allo spreco d’acqua e ha ricevuto diversi premi per la sensibilità ecologica.

 

Ad ogni vino il giusto abbinamento

Un’altra iniziativa interessante della cantina è il progetto The House of Pairing, un format dedicato all’abbinamento corretto dei vini con il cibo, con proposte gastronomiche che esaltino qualità e carattere delle diverse etichette.

“È a tavola – spiega Gaetana Jacono – assaggiando cibi buoni e intrattenendosi in piacevoli conversazioni, che il vino rilascia tutto il suo carattere e dà prova della sua qualità. Ho immaginato tante proposte incentrate sull’associazione vino-portata e cucino in prima persona i piatti che negli anni ho messo a punto.”

 

Ed ecco la lista dei vini degustati

I vini che abbiamo assaggiato si muovono sì nella tradizione, ma la reinterpretano in una chiave moderna. Freschi e bevibili, sono pensati per incontrare il gusto contemporaneo.

 

Zagra Sicilia bianco Doc 2017

I vigneti si trovano sulla costa su un suolo sabbioso-argilloso dal caratteristico colore giallo. Sono terreni abbastanza leggeri che danno ai vini freschezza e complessità dei profumi. Il vino prodotto è un grillo in purezza che affina per 4 mesi in acciaio e per altri 4 mesi in bottiglia. Il colore è un giallo paglierino brillante. Naso complesso con richiami di fiori bianchi e sentori minerali. Gusto ampio, bocca minerale con spiccata sapidità e un retrogusto di limone verde. Si abbina alle fritture di pesce e di verdure, tempura, caponata di verdure, marinati. Gradazione alcolica: 13,5%.

 

Frappato Vittoria Doc 2017

I vigneti si trovano a circa 100 mt s.l.m. La terra è nera, abbastanza compatta con ciottoli bianchi. Il Frappato è un vino siciliano anomalo, rosso ma fresco, non esprime potenza ma leggerezza e va servito fresco. Nel calice si presenta con un rosso rubino scarico ma brillante. Profumi fragranti di frutti rossi freschi, in particolare lamponi e more, e poi fiori di viola e salvia. In bocca è fruttato, poco strutturato, vivace e fresco, con aromi di frutti rossi e boccioli di rosa. Vino beverino da abbinare alla pizza, ai formaggi freschi e stagionati, ai salumi, al tonno rosso di Sicilia, alle triglie e al sushi.

 

Cerasuolo di Vittoria Docg 2014

Classico blend di Nero d’Avola (60%) e Frappato (40%) che dà il nome all’intero areale sito tra le città di Comiso, Vittoria e Ragusa. Il Nero d’Avola proviene da terreni caratterizzati da sabbie rosso scuro, mentre il Frappato da terreni rosso chiaro. Il Nero d’Avolta trascorre almeno 8 mesi in botti di rovere francese. Poi, in blend con il Frappato c’è l’affinamento in bottiglia per almeno 9 mesi. Il colore è rosso ciliegia scarico tendente al granato. Naso complesso con profumo di ciliegie mature e sentori di pepe nero, talco e vaniglia. In bocca è morbido, il tannino è vellutato, non ha asperità acidule, ma resta fresco, equilibrato e persistente. Si accompagna perfettamente al formaggio Ragusano D.O.P. stagionato, al pollo al curry, al patè di cacciagione, ai piatti con agnello e coniglio. Gradazione alcolica: 13,50%.

 

Il Moro Sicilia Nero D’Avola Doc 2014

Il vigneto che ha circa 20 anni si trova a 120 mt s.l.m. La terra è molto scura, quasi nera. Il Moro fa 6 mesi di legno. Il colore è rosso rubino con riflessi granati. Profuma di amarene e lampone ed è lievemente speziato. In bocca è pieno, caldo e strutturato, conserva un carattere ruvido con un tannino austero. Rilascia alla fine una nota aromatica balsamica e di ciliegia sotto spirito. Finale lungo. Gradazione alcolica: 13,50%. Vino che si abbina ai secondi di carne come il maialino dei Nebrodi, la selvaggina e gli arrosti, le tagliate e il filetto. Da degustare con il classico Ragusano DOP stagionato della zona.

 

Linea “Bellifolli”: avanti Millennials!

 

L’ultimo progetto dell’azienda – dal nome evocativo “Bellifolli” – è dedicato ai più giovani: una nuova linea di vini brillanti che sintetizza il carattere e i contrasti siciliani, interpretata graficamente con i mascheroni barocchi dei palazzi siciliani. La linea Bellifolli nasce da una riflessione fatta in seguito al successo del Frappato in Italia e nel mondo: un vino fresco, leggero, un rosso da abbinare anche al pesce che sta in buona compagnia con tante cucine internazionali. E che piace ai giovani. Ecco quindi quattro nuovi vini – Syrah, Nero d’Avola, Insolia, Grillo & Chardonnay – “che vanno nella direzione dei Millennials, un pubblico giovane che ama bere vini leggeri, da degustare con gli amici per l’aperitivo, in enoteca, al ristorante oppure a casa in famiglia. La loro cultura enologica è in forte crescita – spiega la Jacono – ma sono anche molto attratti dall’immagine e dal packaging accattivante. Da qui l’esigenza di un ringiovanimento che, allo stesso tempo, valorizzi e reinterpreti la cultura secolare barocca siciliana”.

Abbiamo assaggiato anche questi vini, tutti giocati sulle note della freschezza, della leggerezza e del frutto. Ottimi per gli aperitivi nelle sere d’estate.