
Il clima pazzo ha lasciato il segno sui vigneti della Lombardia con un taglio medio del 20% sui raccolti.
E’ quanto stima la Coldiretti regionale in occasione della vendemmia che parte con i primi grappoli di pinot e chardonnay staccati sulle colline della Franciacorta a Coccaglio (Brescia), mentre l’ultima raccolta sarà fra settembre e ottobre in Valtellina. E se in alcune zone le rese sono in calo del 30% con punte anche del 50%, a causa delle gelate della scorsa primavera che hanno colpito a macchia di leopardo, il caldo e la siccità di questi ultimi mesi hanno esaltato la qualità e la maturazione dei grappoli.
Lombardia: vini di qualità
Alla fine – stima la Coldiretti Lombardia – la produzione regionale dovrebbe superare il milione e 200mila ettolitri di vino, la maggior parte dei quali per Docg, Doc e Igt. ”Con i nostri vini di qualità raccontiamo l’Italia nel mondo – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia e vice presidente nazionale di Coldiretti – si tratta di un patrimonio di cultura, conoscenza ma anche economico visto che l’export supera i 5 miliardi di euro all’anno”.
In Lombardia – spiega la Coldiretti regionale – ci sono oltre 22mila ettari a vigneto, quasi tutti dedicati a nettari di alta qualità. Le province più ”vinicole” sono Pavia e Brescia, che da sole rappresentano i due terzi delle superfici vitate in Lombardia e il 70% delle oltre tremila aziende lombarde. A seguire: Mantova, Sondrio, Bergamo, Milano e Lodi (con le colline fra San Colombano e Graffignana), ma zone viticole con piccole produzioni si contano anche fra Como, Lecco, Varese e Cremona.
Crescono le superfici dei vigneti bio
Crescono poi le superfici dedicate ai vigneti ”organic”, salite a 2.570 ettari, quasi tre volte in più rispetto a quelle di dieci anni fa, con un’incidenza del 15% sul totale delle aree dedicate alle produzioni di alta qualità. Per quanto riguarda la mappa dei vigneti bio o in conversione al bio – spiega la Coldiretti regionale – il 61% è concentrato in provincia di Brescia con 1.581
ettari, il 32% in provincia di Pavia con 829 ettari e il resto fra Bergamo (71 ettari), Mantova (43 ettari), Sondrio (26 ettari), Lecco (11 ettari) e Milano (10 ettari).
L’intera filiera del vino, fra occupati diretti e indiretti, temporanei e fissi – stima la Coldiretti regionale – offre lavoro in
Lombardia a circa 30 mila persone e la produzione genera un export di circa 260 milioni di euro all’anno, in particolare verso Stati Uniti, Gran Bretagna, Svizzera, Canada e Giappone. Sul fronte dei consumi – spiega Coldiretti – in Lombardia quasi 5 milioni di persone bevono vino durante l’anno e si punta sempre di più alla qualità, come testimonia il boom delle enoteche, arrivate a sfiorare quota mille, con un aumento di oltre il 30% negli ultimi sette anni.
La provincia con la maggior concentrazione di ”oasi delle Doc” è quella milanese con 261 realtà, seguono Brescia (175), Bergamo (109), Varese (99), Monza e Brianza (82), Como (63), Pavia (59), Mantova (47), Cremona (34), Lecco (31), Sondrio (25), Lodi (9).
Alla scoperta del territorio
Ma il vino è anche un mezzo di scoperta del territorio, visto che in Lombardia – spiega la Coldiretti regionale – ci sono
oltre mille chilometri di sentieri del vino. Al primo posto Brescia, con 370 chilometri suddivisi tra la Strada dei Vini e dei Sapori del Garda (200 chilometri), la Strada del Vino Colli dei Longobardi (90 chilometri) e la Strada del Vino Franciacorta (80 chilometri).
A seguire c’è la provincia di Mantova, con la Strada dei Vini e dei Sapori Mantovani che si estende per circa 300 chilometri, quella di Sondrio con i 200 chilometri della Strada dei Vini e dei Sapori della Valtellina, Bergamo con la Strada del Vino e dei Sapori della Valcalepio (70 chilometri) e infine, Lodi e Pavia, rispettivamente con la Strada del Vino San Colombano e dei Sapori Lodigiani e la Strada del Vino e dei Sapori dell’Oltrepò Pavese (con 60 chilometri ognuna).