Addio a Gualtiero Marchesi
Non solo un grande cuoco ma un uomo di cultura: Gualtiero Marchesi se n’è andato. Considerato il fondatore della moderna cucina italiana, lo chef che negli anni Settanta e Ottanta ha inventato l’alta ristorazione in un Paese abituato quasi solo alle osterie, è morto questo pomeriggio.
 
Il padre della cultura gastronomica italiana aveva lasciato, nell’ottobre scorso, il rettorato di Alma, la scuola di formazione gastronomica più importante d’Italia – che aveva inaugurato nel 2004 – e dove si insegna il mestiere del cuoco e del pasticcere.
Marchesi lo aveva fatto per dedicarsi al progetto della Casa di riposo per cuochi, altro sogno a cui teneva molto.
Una struttura ispirata a uno dei suoi miti, Giuseppe Verdi, che ne fondò una per musicisti nel 1889: quella per chef in pensione aprirà a Varese nell’autunno 2018.
 
“La cucina italiana – scrive l’editore Cinquesensi – saluta l’uomo di cultura, l’imprenditore, il cuoco, uno spirito libero, arguto e coraggioso, ma continuerà a fare riferimento al Maestro dei maestri, che ha cambiato radicalmente la tradizione culinaria del nostro Paese. La sua cucina, basata sulla materia, l’essenzialità e l’eleganza resta un termine di paragone per il passato e un esempio per i futuri cuochi”.
 
Il prossimo 19 marzo, giorno della sua nascita, sarà presentato il film sulla sua vita: “Gualtiero Marchesi: The Great Italian“. In queste ore, sulla Rete, si legge una specie di epigrafe che gli rende omaggio: “Marchesi è stato il primo in tutto, nel suo campo: il primo (in Italia) a innovare la tradizione, il primo italiano a prendere le tre stelle Michelin, nel 1985, e il primo (al mondo) a restituirle. Nel 2008, con una conferenza stampa per dire: ‘Ora basta voti, accetterò solo commenti'”.
 
Ciao, Gualtiero.