Casa Lawrence: a Picinisco il pecorino parla inglese

di Vittorio Ferla

 

Arrivare a Picinisco, a due ore circa dalla partenza da Roma, significa entrare nell’atmosfera di quiete naturale del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Qui si apre lo scenario suggestivo della montagna con le sue le vette immacolate e il verde assolato degli alpeggi.

 

Nella Val di Comino

img_6478Siamo nella Val di Comino, l’ultimo lembo di terra laziale e il paese di Picinisco rappresenta un pezzo importante di questa zona. Siamo in un luogo di mezzo, quasi al confine con Abruzzo e Molise. Ma bastano davvero pochi minuti in più per essere già in Campania. Ecco perché Casa Lawrence, che sorge proprio qui a Picinisco, è in una posizione strategica per offrire una bella passeggiata a chi viene da ben quattro regioni diverse.

Il posto gode di una certa magia, senza dubbio. Prima di tutto, per le img_6474caratteristiche dell’edificio. Un palazzetto in stile inglese, dai giardini molto ben curati. Passeggiare per le valli, i prati o le cime circostanti significa incontrare pecore al pascolo, furetti, istrici e scoiattoli. Sembra di stare fuori dal tempo e, sicuramente, dalla folla.

 

La magia di una ‘ragazza perduta’

Il secondo motivo di magia è dato dalla piccola grande storia di questa casa. Qui risiedette, anche se per img_6481
pochissimo tempo, niente meno che lo scrittore David Herbert Lawrence. Conosciuto soprattutto per L’amante di Lady Chatterley, Lawrence abitò qui per circa un mese, nel dicembre del 1919, ospite di Orazio Cervi, un modello che lavorava a Londra ma aveva origine piciniscane. Proprio in questa casa scrisse una parte del romanzo The lost girl, utilizzando la natura e gli uomini di questa terra come sfondo per la trama. Dal 2007 questa casa è diventata anche un museo ad opera della famiglia Pacitti.

 

Un mix di storia appenninica, letteratura inglese e civiltà contadina

img_6498Proprio Loreto Pacitti, personaggio dalle mille sfaccettature, allo stesso tempo casaro e custode di un bene culturale, ci accompagna nella visita: “grazie alle minuziose descrizioni degli ambienti, delle stanze, degli arredi riportate nel romanzo abbiamo realizzato una fedele restaurazione della struttura della casa. Ci sono tre capitoli – spiega Loreto – in cui si descrive tutta la casa: la cucina con il camino e il forno come da romanzo, zona studio e libreria. Cerchiamo di mantenere vivo quel legame con lo scrittore inglese grazie ad un premio, L’Italia di D.H. Lawrence, con il quale sosteniamo le tesi sull’autore. Là dove possibile abbiamo conservato resti di quel tempo, come la copia originale di una lettera dell’epoca. Nelle stanze di cui mancano descrizioni abbiamo ricavato delle camere spartane per l’accoglienza e un museo della civiltà contadina”.

 

Un cucina tipica di territorio

Insomma, senza soluzione di continuità è possibile passare da ambienti ricolmi di storia alle sale da pranzo dell’agriturismo alle cucine dove fervono i preparativi per accogliere nel miglior modo gli ospiti. Qui si trovaimg_6488 una cucina tipica di territorio, servita nella parte ristorante. Fuori dal nucleo centrale dell’edificio si trova la caciosteria, adiacente alla cantina dove si compie la stagionatura dei formaggi ricavati dal latte di pecora che qui abbonda. Loreto ci fa assaggiare un formaggio con i vermi che svolge una maturazione lenta in un ambiente con la temperatura e l’umidità ideali e ci offre un bicchiere di buon vino rosso. Questo è, infatti, il regno del pecorino di picinisco dop e della doc di Atina.

A tavola possiamo godere di una collezione di antipasti prelibati, nel pieno rispetto della tradizione locale: coratella al sugo, pasta sfoglia con uova e pancetta, bruschetta di peperoni, fiori di zucca, fagioli cannellini, ciannotta.

 

A tavola con gli spinaci selvatici e l’agnello

img_6503Tra i primi segnaliamo un piatto semplice di questa terra: i tonnarelli con gli orapi. Che cosa sono gli orapi?  Gli orapi o oraci, noti anche come farinello del buon Enrico, sono una specie molto conosciuta dai francesi che l’hanno dedicata al loro sovrano Enrico IV di Navarra, chiamato Le bon Henry. Si tratta di spinaci selvatici diffusi in tutta Italia, ma particolarmente qui dove sono protagonisti di feste e sagre dedicate in molti paesi d’Abruzzo, tra cui Villetta Barrea e Villavallelonga.

Re di questa cucina è ovviamente l’agnello, da provare in varie forme e realizzazioni. Casa Lawrence offre peraltro un piccolo spaccio di carni aziendali allevate e trasformate artigianalmente: agnello di Picinisco, arrosticini di Pecora, capretto, castrato, pollo e coniglio in minima quantità. E per restare in tema di agnello è bene finalmente ricordare il protagonista dell’attività di Loreto: il formaggio.

 

L’oro di Picinisco? Il pecorino

Caratteristiche di base del pecorino di Picinisco sono: latte crudo, pasta cruda, animali al pascolo, img_6507stagionatura naturale di 90 gg. Abbiamo assaggiato per voi un tagliere di formaggi da non perdere.

Un pecorino di Picinisco ‘scamosciato’, stagionato 30 gg, con queste caratteristiche: latte crudo, a pasta cruda, grumoso in bocca, caglio di agnello, salatura a secco, odore di stalla, più sapido che dolce. Un altro pecorino stagionato 90 gg, con olio e aceto, azione degli acari, pasta cruda, dal sapore insieme sapido e amaro, con note di frutta secca. Un erborinato Blu Comino, invenzione della casa, con mentuccia, finocchietto e… penicillium. Un Conciato di S. Vittore protetto in una concia di erbe medicinali, timo, finocchietto, insieme dolce e salato. Una caciotta marzolina di caprino, fatta con caglio di capretto, dura, dolce, sapida, aromatica. Un Cacio-vino dolce, macerato nel vino Atina doc. Una sorprendente ricotta ‘moscia’, salata a secco e appassita per una settimana.

Pasto completato con una tipica crostata di visciole fatta in casa: dopo che mangi questa, le altre artefatte non reggono il confronto.

Insomma, ci sono davvero ottime ragioni, sia culturali che gastronomiche, per visitare l’azienda di Loreto Pacitti.