ABCvino – Collisioni 2017 con i vini di Elvio Cogno e la cucina de La Ciau del Tornavento

di Fabio Ciarla

 

Come raccontare il Festival Collisioni su GnamGlam se non con la serata più glam e più gnam dell’intera manifestazione? Non è una gara, non ce ne vogliano le altre aziende visitate (ciascuna unica e speciale a suo modo), ma cenare a bordo piscina con vista sui vigneti, potendo assaporare una cucina di altissimo livello, non capita tutti i giorni.

Il Progetto Vino a Collisioni

Dopo una faticosa giornata di degustazioni nel Castello di Barolo siamo arrivati, con uno dei tre gruppi di esperti internazionali chiamati a partecipare al Progetto Vino del Festival Collisioni di Barolo (12-19 luglio), nell’azienda Elvio Cogno di Novello.

Quello che si para davanti agli occhi è sì una distesa di vigneti perfettamente tenuti, tra clivi e picchi, ma anche lo splendido azzurro della piscina che si affaccia su una piccola valle verde. Solo l’inizio di una bellissima visita guidata da Valter e Nadia, proprietari dell’azienda, che si è arricchita di due splendide verticali*. Iniziando con il bianco abbiamo degustato Anas-Cëtta Doc delle annate 2009 – 2010 – 2011 – 2012 – 2014 – 2015 e 2016; per il rosso invece sua maestà il Barolo con il “RaveraVigna Elena Riserva Docg delle annate 1999 – 2001 – 2003 – 2004 – 2005 – 2006 – 2009 – 2010 – 2011.

Degustando…

Spazio quindi al vitigno autoctono Nascetta, un bianco dalle insospettabili doti di invecchiamento, evidenziate da una nota minerale e sapida che accompagna sempre il vino. Dovendo fare una classifica ci imbatteremmo in un testa-coda, con uno splendido 2009 (che ha svolto la fermentazione malolattica al contrario delle altre annate) giallo paglierino con notevoli sentori di idrocarburi uniti ad un’ottima bevibilità, raggiunto come punteggio dalle ultime annate, ovvero 2015 e 2016. In questo caso emerge sicuramente un naso più fresco con frutta, la consueta nota minerale e alcuni sentori di erbe. In bocca acidità e sapidità sono perfette, persistenti, con una vivacità maggiore, come ovvio, per l’annata più giovane.

A seguire spazio ad un cru di Barolo, il Ravera, con il Vigna Elena, dove il Nebbiolo della varietà Rosé, il più tardivo tra i tre di Langa (gli altri sono il Lampia e il Michet), è usato in purezza. La punta di eccellenza dell’azienda, prodotto solo nelle migliori annate, segnato fin dall’etichetta dal rapporto viscerale che i veri agricoltori hanno con la loro terra. Simbolo del Vigna Elena è infatti il pulcino giallo che Elena, figlia di Valter e Nadia, ha disegnato da bambina per i genitori e che ormai è un simbolo di qualità. Passando alla degustazione come non premiare il 1996, saremo forse inclini a premiare un vino che sa vivere per 18 anni senza una ruga ma abbiamo bevuto un Barolo che profumava di confettura di ciliegia e liquirizia, per un insieme davvero affascinante. In bocca ottimo equilibrio, fresco ed elegante, con tannini ancora presenti. Poi 2003 e 2004 davvero ottimi, solo un pelino indietro invece le annate 2011 e 2010. A colpire è ancora la frutta rossa, mai troppo matura o dolciastra, e l’equilibrio gustativo, con tannini sempre presenti, vini giovani e precisi.

Una cena stellata

Un bel viaggio, non c’è che dire, concluso nel migliore dei modi attorno ad un tavolo – a bordo piscina – con un menu di altissimo livello. A cucinare per l’allegra (colpa, o merito, anche delle due verticali?) compagnia la brigata de La Ciau del Tornavento di Treiso, una stella Michelin e svariati altri riconoscimenti. Un piccolo deja-vu, o meglio un’altra tappa nella conoscenza di questo ristorante visto che avevo già assaggiato qualcosa in alcuni eventi, conclusa con una sola parola: eccezionale. E, soprattutto, la voglia di andare a gustare una serata nel locale di Treiso, dove esiste un menu per gli amici a quattro zampe e un’accoglienza specifica per i bambini. Che detta così suona male, ma il significato è bellissimo visto che in ristoranti di così alto livello spesso ospiti particolari come i bambini e gli animali domestici non sono molto graditi.

Ma torniamo ai piatti, abbiamo cominciato con i fuochi d’artificio grazie ai “Gamberi impanati nelle nocciole a passeggio”, un misto di sapidità e gusto davvero impareggiabile. A seguire il “Filetto di vitello e tonno scottati con gelato di salsa tonnata” capace di unire mare e monti, caldo e freddo, un gioco sui contrasti equilibrato e mai esagerato. E poi il fieno, quello che avvolgeva i “Plin di Seirass cotti nel fieno maggengo, burro e timo serpillo”, una sfoglia che si scioglieva in bocca, un piatto elegante a dispetto del fieno, che invece rende bene l’idea di una cucina di territorio. Infine “Omaggio alla razza piemontese: costoletta di sanato impanata nei grissini al profumo di nocciole con verdurine di stagione”, ancora le nocciole ad arricchire la carne tipica di questa regione. Per chiudere “La gorgonzola al cucchiaio” e la piccola pasticceria, un modo dolce per dire (assolutamente) arrivederci**.

 

* Si definisce “verticale” una degustazione di vino dello stesso prodotto ma di anni differenti

** Purtroppo la luce soffusa non ha permesso di scattare grandi foto dei piatti, fidatevi della descrizione o, magari, date un’occhiata al sito de La Ciau del Tornavento

 

(Enoagricola Blog)