Vitigni d’Italia: l’Aleatico

di Marco Nocella

L’Aleatico è un vitigno a uva nera che viene coltivato in Toscana, Romagna, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia la cui origine è molto dibattuta: secondo alcuni autori come Cosimo Trinci sarebbe stato introdotto dai Greci in Italia a partire dalla Puglia. A sostegno di questa tesi si pensa che l’antico nome di questo vitigno liatico o liatica, derivi dal vitigno greco liatiko coltivato nell’isola di Creta, che però risulta essere diverso dall’Aleatico. Un’altra ipotesi fa derivare il nome dal mese di maturazione delle uve, iouliatico che in greco significa luglio.

Secondo Pier De Crescenzi l’origine del vitigno risale alla Toscana: il livatica era una tra le antiche varietà coltivate nelle regione. Un altro studioso, Giorgio Gallesio, l’uva liatica o livatica proviene dalla propagazione per seme delle uve moscate. Recenti studi hanno dimostrato la parentela dell’Aleatico con il Moscato Bianco, dal quale ha ereditato l’aromaticità.

In purezza o in unione con altri vitigni dà luogo ai seguenti vini a Denominazione d’origine: Aleatico di Gradoli, Elba, Aleatico Passito dell’Elba, Gioia del Colle, Lago di Corbara, Pergola, Rosso Orvietano, Salice Salentino, Sovana, Val di Cornia. Esistono varie tipologie a seconda del luogo di produzione.
L’Aleatico di Gradoli viene ricavato dalle uve Aleatico, minimo 95%, e viene allevato in provincia di Viterbo nei comuni di Gradoli, Grotte di Castro, San Lorenzo Nuovo e parzialmente nel comune di Latera, nelle tipologie Liquoroso e Riserva.

L’Aleatico di Puglia viene prodotto nelle tipologie Dolce Naturale, Liquoroso Dolce Naturale e Riserva nelle provincie di Bari, Brindisi, Foggia, Lecce, Taranto con in vitigno Aleatico (minimo 85%), Negroamaro, Primitivo e Malvasia Nera (massimo 15%).

L’Aleatico Passito dell’Elba è un vino bianco che viene prodotto nel territorio dell’isola d’Elba da uve Aleatico in purezza sottoposte ad appassimento. Come scrisse Luigi Veronelli, l’Aleatico è “un vino che manda fuori di testa”: anche Napoleone Bonaparte si innamorò del passito dell’Elba durante il suo esilio
sull’isola tra il 1814 e il 1815 tanto da incoraggiarne la produzione. Quando il Bonaparte lasciò l’isola per tornare in Francia la ricordava dicendo: “Gli abitanti dell’Elba sono forti e sani perché il vino della loro isola da forza e salute”.

Bibliografia:
• L’Enciclopedia del Vino – Boroli Editore, Milano 2011
• https://ilcalicediebe.com/2018/03/27/laleatico-passito-dellelba-amato-napoleone/