Ulivo al Nord e avocado in Sicilia: effetti del clima che cambia

I cambiamenti climatici hanno spinto la coltivazione dell’ulivo in Italia a ridosso delle Alpi, la coltivazione di pomodoro nella Pianura Padana, dove si concentra – oramai – circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserve e di grano duro per la pasta, entrambe colture tipicamente mediterranee, mentre in Sicilia, a Giarre ai piedi dell’Etna, sono arrivati i primi avocado Made in Italy, frutto tipicamente tropicale e a Palermo si riescono addirittura produrre le prime banane nostrane.

È quanto afferma la Coldiretti dopo l’allarme dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) sulla concentrazione media di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera che ha raggiunto il traguardo di 400 parti per milione (ppm) nel 2015.

Piovono parassiti “alieni”

Secondo la Coldiretti, l’effetto congiunto dei cambiamenti climatici e della globalizzazione degli scambi ha portato in Italia alla diffusione di parassiti “alieni” mai visti prima che si sono accaniti sulle produzioni nazionali, dalla Xylella degli ulivi al cinipide galligeno che ha decimato le castagne.

Ma ci sono anche: punteruolo rosso che ha fatto strage di decine di migliaia di palme, la Tristeza degli agrumi e molti altri come testimonia la recente biblica invasione nel Nord Italia della ”cimice marmorata asiatica” particolarmente pericolosa per l’agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all’anno con 300-400 esemplari alla volta. A favorirne la diffusione è stato un autunno particolarmente caldo con la moltiplicazione degli esemplari che non hanno in Italia antagonisti naturali.

Il clima influisce sui prodotti tipici

Ma il cambiamento climatico si fa sentire anche sui prodotti tipici. La Coldiretti, infatti, precisa che il riscaldamento provoca il cambiamento delle condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per l’affinamento dei formaggi o l’invecchiamento dei vini. Il vino italiano è aumentato di un grado negli ultimi 30 anni, ma il caldo ha cambiato anche la distribuzione sul territorio dei vigneti che tendono ad espandersi verso l’alto con la presenza della vite a quasi 1200 metri di altezza come nel comune di Morgex e di La Salle, in provincia di Aosta, dove dai vitigni più alti d’Europa si producono le uve per il Blanc de Morgex et de La Salle Dop.

A preoccupare è anche il repentino capovolgersi del tempo con i cambiamenti climatici in atto che in Italia si manifestano con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi anche con il rapido passaggio dalla siccità all’alluvione, precipitazioni brevi e violente accompagnate anche da grandine con pesanti effetti sull’agricoltura italiana che negli ultimi dieci anni – conclude la Coldiretti – ha subito danni per 14 miliardi di euro a causa delle bizzarrie del tempo.