
di Vittorio Ferla
Il Negroamaro è un vino conosciuto con molti nomi, ma racchiude in sé un’anima unica sempre più apprezzata nel mondo. Il suo profumo e i suoi aromi, infatti, richiamano le assolate terre salentine, mentre il sapore inimitabile lo ha fatto apprezzare in tutta Italia e anche all’estero.
Un vino di successo
Negli anni passati il Negroamaro era utilizzato esclusivamente come vino da “taglio”. Fra i maggiori acquirenti erano soprattutto le regioni dell’Italia settentrionale: grazie alla elevata presenza di zuccheri, infatti, questo vino veniva utilizzato per tagliare i mosti del nord Italia, spesso caratterizzati da tenori alcolici limitati.
Da diversi anni, ormai, i produttori vitivinicoli salentini utilizzano le uve di questo vitigno per produrre vini in purezza, ottenendo così il Negroamaro che tutti conosciamo ed apprezziamo.
Un successo che sembra non avere ancora raggiunto l’apice. Infatti, secondo recenti indagini, il Negroamaro si colloca al terzo posto nella classifica dei vini a maggior tasso di crescita delle vendite nell’ambito della grande distribuzione ed ha ancora grandi potenzialità da esprimere.
Il Salento nel bicchiere
Non è un caso, dunque, che Roma abbia dedicato a questo vino un evento importante, di cui si parla ancora adesso. Il 1 febbraio scorso, infatti, operatori del settore e appassionati del vino hanno potuto degustare alcuni ottimi prodotti offerti dai migliori produttori del Salento.
L’iniziativa dal titolo “Il Salento nel bicchiere” era organizzata dalla sezione romana dell’Onav, l’organizzazione nazionale degli assaggiatori di vino, e da DeGusto Salento, la prima associazione dei produttori vitivinicoli del Negroamaro.
L’associazione DeGusto Salento, nata nel 2013, si occupa di promozione del vitigno Negroamaro in Italia, organizzando, degustazioni, workshop, banchi di assaggio, tavole rotonde con altre associazioni di categoria presenti sul territorio nazionale.
Quando nacque DeGusto Salento
Proprio il giorno prima dell’evento, incontriamo a Roma Ilaria Donateo, la presidente dell’associazione. “Sono stata a lungo a Roma, come dipendente di Rai Cinema. Mio padre ha un’azienda olearia a Guagnano, provincia di Lecce, proprio dietro l’azienda Cantele. A un certo punto decido di lasciare tutto e tornare in Salento, nell’enoteca di famiglia. Da allora – spiega la Donateo – prendo l’attività in mano e comincio a conoscere tutti i produttori locali. Spesso si tratta di amici con cui esco abitualmente. Capisco che serve una comunicazione diversa. Il Negroamaro era ormai esploso a livello internazionale grazie ad alcuni produttori come Garofano. Mancava però una comunicazione congiunta”.
È da qui che parte un progetto innovativo, che oggi porta il Salento in giro per l’Italia. “Tutto inizia nell’ottobre 2011 – spiega Donateo – e nel giugno 2012 si costituisce un direttivo di 7 persone. Non era semplice trovarle. Nel primo anno partecipiamo con alcune aziende a eventi nazionali già esistenti. Le aziende aderenti diventano 12 nel 2013. Poi la svolta: nel giugno 2014 si tiene il primo Rosexpo al Museo storico di Lecce. Da quel momento alziamo il tiro. Non più eventi di piazza. Ma per pubblici selezionati, in location importanti”.
Rosèxpo: Lecce capitale del rosato
La prima edizione del 2014 di Rosèxpo, il nuovo Salone Internazionale dei Vini Rosati, propone un fine settimana di degustazioni dedicato al Rosè di produzione pugliese e salentina. Tre giorni in cui il pubblico scopre la qualità dei vini del territorio, anche grazie agli accostamenti slow food con ottime proposte della gastronomia del Salento. Nel ruolo di madrina la Sommelier di Master Class Adua Villa, accompagnata da altri esperti del mondo del vino e ospiti speciali. Un successo che continua: quest’anno si svolgerà infatti la terza edizione nel Castello Carlo V di Lecce dal 3 al 5 giugno. “L’obiettivo – chiarisce Donateo – è fare di Lecce la capitale del Rosato”.
Ma non basta. DeGusto Salento ha messo in piedi un programma di attività molto intenso. “Continuiamo gli eventi di promozione con grande cura del target – continua Donateo – preferendo appassionati e cultori del vino. Scegliamo collaborazioni di livello con Onav, Slowine, Ais, privilegiando banchi di assaggio e degustazioni tecniche. Gli eventi con altre associazioni sono importanti. C’è un vasto pubblico che conosce il Salento, ne ha sentito parlare, c’è stato in vacanza oppure ci vuole andare. Purtroppo, però, trova ancora una selezione insufficiente di Negroamaro. Noi nasciamo proprio per far conoscere maggiormente il vitigno e per diffondere sempre più i prodotti del nostro territorio”.
Negroamaro: sia rosso che rosato
Non tutti sanno, per esempio, che il Negroamaro è sia rosso che rosato. “Abbiamo sviluppato sinergie con il Consorzio Bardolino del Lago di Garda e gemellaggi con il Chiaretto. Ma sul Rosato, ovviamente, ci sono differenze interessanti: all’estero cercano dei rosè molto scarichi, il Salento è un mix di tradizione e innovazione capace di offrire un rosato che resta carico e ricco di struttura”.
L’origine del termine “Negramaro” è tuttora controversa, ed esistono due principali interpretazioni.
La prima è che il nome derivi dal dialetto locale salentino e, precisamente, da “Niuru Maru” che significa “nero amaro”; questo nome racchiude in sé una descrizione del vino ottenuto che, appunto, è scuro e leggermente amarognolo.
Una seconda interpretazione, invece, deriva da un’origine classica e, precisamente, dai termini “niger” e “mavros” che, rispettivamente, significano “nero” in latino ed in greco.
Caratteristica propria di questo vitigno è la capacità di conferire al vino un retrogusto leggermente amarognolo ed un sapore asciutto, ma al contempo fruttato, vellutato ed armonico.
Tagliato con la Malvasia, inoltre, il Negroamaro viene impiegato per la produzione di eccellenti vini rosati. Proprio questa caratteristica fa della Puglia una delle regioni maggiormente vocate per i vini rosati.
Un vino di territorio
Il Negroamaro è un ottimo vino a tutto pasto. Si accompagna in modo eccellente ai piatti tipici della tradizione salentina come, ad esempio, le polpette al sugo, la carne (soprattutto di agnello) alla brace, le sagne ‘ncannulate, la zuppa di ceci o involtini di frattaglie.
“DeGusto Salento – spiegano i produttori coinvolti – nasce per promuovere il nostro territorio attraverso la tipicità del vitigno Negroamaro, formando una squadra di aziende, coordinate da un gruppo di appassionati, che lo valorizzi mediante la sinergia di gastronomia, turismo, arte e cultura. Punto di partenza è la consapevolezza di vivere in uno dei territori a maggiore vocazione vitivinicola in Italia: il vino come veicolo di conoscenza della natura profonda dell’ambiente agricolo, della ricchezza del terreno in cui la vite mette radici, della storia in cui nasce, degli uomini che contribuiscono a realizzarlo”.
Proprio per questo alla serata di assaggio romana “Il Salento nel bicchiere” del febbraio scorso erano presenti ben 18 aziende con 54 prodotti (che non si limitano al vitigno principale, ma propongono anche vino Primitivo e vini da uve bianche): Apollonio, Bonsegna, Calitro, Cantele, Cantine Paolo Leo, Castello Monaci, Castel Di Salve, Conti Zecca, Garofano Vigneti e Cantine, Michele Caló, Romaldo Greco, Rosa Del Golfo, Santi Dimitri, Tenute Rubino, Valle Dell’Asso, Vallone, Vetrere.
Un movimento importante
In generale, il movimento vitivinicolo pugliese presenta numeri importanti. La Puglia rappresenta il 13 per cento della produzione di vino e mosti in Italia, il 10 per cento della produzione di vino bianco, il 14 per cento del vino rosso e il 36 per cento dei mosti. Dal punto di vista delle categorie qualitative, in Puglia si produce il 5 per cento del vino DOC italiano, il 12 per cento del vino IGT e il 22 per cento del vino da tavola nazionale.
Quanto al valore della produzione vinicola, i dati Istat dicono che nel 2013 è esploso letteralmente per la Puglia, a 314 milioni di euro: +49 per cento rispetto al 2012 e +92 per cento se confrontato al dato di 5 anni fa, il 2008. In confronto, il Mezzogiorno è cresciuto nel quinquennio dell’80 per cento e l’Italia del 43 per cento. Dopo un 2014 assai faticoso, si prospettano buone notizie dall’ultima annata.
E allora, forza Negroamaro!