Eccopinò, a Barga i vignaioli di Pinot Nero dell’Appennino Toscano

Sull’Appennino toscano si è diffusa ormai da qualche anno la coltivazione e produzione di Pinot Nero, “scintilla di genio intrinseco” come lo definisce Armando Castagno. Una piccola nicchia di volenterosi e appassionati vignaioli alle prese con la notoria difficoltà di coltivazione di questa varietà. Alcuni di loro, i cui vigneti si trovano lungo le pendici dell’Appennino, ad altitudini che variano intorno ai 500 metri, hanno pensato da una decina d’anni di riunirsi in un’associazione lanciata nel giugno del 2011 a Firenze con una degustazione live oltre oceano che si è svolta nello storico ristorante-enoteca Pane & Vino dei fratelli Ubaldo Gilberto Pierazzuoli. L’associazione Vignaioli Pinot Nero dell’Appennino Toscano cresce ogni anno. I produttori di Pinot Nero dell’Appennino oggi sono 16/18 e provengono non solo dall’Appennino tosco-emiliano, ma anche da quello ligure e laziale.

Tutti loro, insieme a tanti altri appassionati, si sono ritrovati a Barga per il convengo Eccopinò, organizzato dall’Associazione Appennino Toscano Vignaioli di Pinot Nero di cui è presidente uno che a Barga è di casa: Cipriano Barsanti, vignaiolo della piana di Lucca dove produce il pinot nero Macea.

Al convegno, salutato anche dai rappresentanti dell’Amministrazione Comunale di Barga, hanno preso parte più di cento persone provenienti appunto dai territori di qua e di là dall’Appennino: Toscana, Emilia, ma anche Liguria e Lazio.

Dopo il convegno uno speciale assaggio gastronomico, naturalmente accompagnato da pinot nero, presso l’antico Caffè Capretz di Barga.