Petraluce 2014 di Castello Monaci: una Verdeca che intriga e disseta

di Vittorio Ferla

Chi l’ha detto che dalla Puglia vengono soltanto dei potenti vini rossi? Castello Monaci, per esempio, produce una notevole bottiglia di bianco da uve Verdeca (in purezza), un vitigno tipico di queste terre che offre uve dai grappoli di colore verde, da cui deriva il nome.
Siamo in provincia di Brindisi, a 2 km dal mare. Il sole è forte e crea originali giochi di luce sulla pietra bianca. L’ispirazione giusta per un vino che si chiama Petraluce. Qui la famiglia Seracca Guerrieri, a partire dal 2004, ha piantato 15 ettari di Verdeca allevata a guyot.

Pochi metri di quota, ma una buona escursione termica e, soprattutto, l’effetto della brezza che garantisce il giusto grado di umidità evitando che attecchiscano muffe. La vendemmia si svolge a fine agosto per evitare un eccesso di zuccheri. L’obiettivo, infatti, è quello di realizzare un vino leggero da 12°, ideale per il consumo estivo.
Dopo una pigiatura ed una pressatura soffice, le uve fermentano a temperatura controllata in serbatoi di acciaio. Il vino resta poi ad affinarsi sul letto dei propri lieviti fino ad inizio febbraio, segue l’imbottigliamento e l’affinamento in bottiglia per circa due mesi.
Nel calice il vino si presenta con un tipico colore giallo dorato dai riflessi verdolini. Al naso offre un profumo intenso ma delicato, con piacevoli sentori di ananas, pesca bianca e mandorla. Davvero un vino gentile, intrigante e dissetante, con un sapore fresco e salino. Lo abbiamo assaggiato presso il ristorante Bros dei giovanissimi fratelli Pellegrino, in tandem con una triglia al finocchietto selvatico e di mare con piccoli panini cotti al vapore. Bianco e pesce, una coppia gourmet.