Onav e Nespresso: distillati e caffè insieme per un binomio inedito

di Stefano Sequino

Caffè liscio o corretto? Né l’uno né l’altro. Almeno durante una serata organizzata da Onav – l’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino – e Nespresso Italia, che hanno portato a Roma una degustazione fuori dagli schemi e, proprio per questo, senza precedenti.

 

Una degustazione fuori dagli schemi

caffe-distillatiSolitamente, distillati e caffè sono degustati separatamente. Tra l’altro, le tappe della degustazione del caffè, così come per il vino ed i distillati, passano attraverso l’esame visivo, olfattivo e gustativo, così come sono numerose le similitudini tra le rispettive filiere di produzione: dall’attenzione per il terroir, per i blend varietali e per i processi di ottenimento e di corretta conservazione del prodotto finito.

Fattori determinanti, in tutti i casi, per raggiungere alti livelli di qualità, percepibili anche dal punto di vista sensoriale.

Ma l’insolito abbinamento Onav-Nespresso Italia è invece una combined tasting tra distillati e caffè Grand Cru Nespresso, un binomio che smaschera sensazioni e percezioni sensoriali inedite, in altri casi solitamente sfuggenti.

 

Il binomio inedito

Sfuggenti perché il caffè ʹsi beve e molto poco si degustaʹ, ha esordito Massimiliano Marchesi, Coffee Ambassador di Nespresso Italia, un gesto comune e quotidiano (solitamente en passant) che quasi mai permette di scoprire, tanto meno di apprezzare, le caratteristiche organolettiche del caffè di qualità né, eventualmente, in caso contrario, di percepirne i difetti.

L’obiettivo della serata è stato, dunque, quello di partire da un quadro aromatico ed organolettico noto (o comunque analizzabile dal punto di vista sensoriale) e inizialmente ʹdisgiuntoʹ tra distillati e caffè, per esplorarne poi, mediante abbinamenti non casuali, l’inaspettata evoluzione.

C’è da dire che spesso gli schemi di degustazione giudicano azzardato l’abbinamento del distillato dopo il caffè, ma quanto reggono le regole rispetto alla ricerca dell’armonia e dell’equilibrio che si trovano in abbinamenti azzeccati?

 

Quali abbinamenti?

Durante la degustazione, Alessandro Brizi  delegato Onav Roma – e Massimiliano Marchesi hanno accompagnato l’esperimento sensoriale, tra ciascun distillato e un caffè Nespresso, partendo da un accostamento: tra Calvados Morin Extra Vieux, invecchiato almeno 6 anni in botti di quercia, ed il Cafezinho do Brasil Nespresso, un caffè ottenuto da una miscela brasiliana da chicchi di Arabica. La successione caffè e distillato, oltre a ridurre l’impatto alcolico, ha attenuato la nota di mela matura e di cotognata che è la vera essenza del Calvados, lasciando il posto al terzo elemento, fatto di nocciola, crema e pasticceria, ʹquasi la base di un dolceʹ, si commenta tra i banchi della degustazione.

Poi, a seguire, gli accostamenti più complessi: Cognac Delamain Pale & Dry X.o. – certamente più ricco del Calvados, con note olfattive di uva passita e agrumi canditi – ed una miscela di Arabica colombiana di montagna, Rosabaya de Colombia Nespresso, con sorprendenti note fruttate, in particolare di frutti rossi che talvolta evocano sentori di vino. Il risultato del trait d’union, anche stavolta, spegne l’alcolicità del Cognac e l’acidità del caffè, per riaccendere le note aromatiche, morbide e dolci del distillato.

E ancora un Single Malt Irish Whiskey Bushmills Aged 10 years, invecchiato in botti ex-bourbon con note (diversamente dai whisky scozzese) fruttate e fresche, accanto ad un’altra miscela di Arabica dell’America centrale e meridionale decaffeinata. L’effetto ottenuto è la metamorfosi più spinta tra quelle provate, che ha azzerato la percezione alcolica e scoperto tra l’altro un interessante effetto energizzante dell’accostamento.

A chiudere la degustazione, una singolare associazione tra il guatemalteco Rum Zacapa 23 Solera Gran Reserva con Indriya Nespresso, una miscela corposa, di caffè Arabica e Robusta provenienti dal Sud dell’India che presenta, da sola, note di cacao e spezie ma, insieme al distillato, dà un effetto complesso e goloso, che esalta la potenza dei due elementi di partenza.

 

Un esperimento riuscito

In altri termini, un percorso stimolante, di forte sollecitazione sensoriale che, partendo da due componenti – il distillato e il proprio caffè in abbinamento – ne ha generato un terzo, alle volte inedito, con una nota alcolica più sfumata che talvolta si spegne quasi completamente, creando sotto il profilo organolettico, grazie ai binomi, indovinati e di qualità su entrambi i fronti, casi di grande equilibrio e di interessante armonia aromatica.

Un esperimento riuscito quindi, che va oltre gli schemi classici di degustazione per testare, senza pregiudizi e con curiosità, nuovi strumenti di accostamento sensoriale.

E non semplicemente un modo per ʹammazzareʹ il caffè (che tra l’altro dal punto di vista sensoriale difficilmente perisce) ma per cercare, al di là delle regole e fuori dagli schemi, la golosità ed il piacere, seppure insolito, dell’abbinamento.