Il Circus al 47: una terrazza gourmet con vista su Roma

di Vittorio Ferla

La città di Roma è ricchissima di luoghi deliziosi e incantevoli. Un po’ meno facile che a questi luoghi corrispondano anche cucine interessanti, benché da qualche tempo, il livello qualitativo della ristorazione capitolina appaia in crescita.

Ci siamo fermati proprio di recente in uno di questi luoghi incantevoli: il Roof Garden Circus dell’Hotel 47, in via Petroselli. Una terrazza – tra il Campidoglio e Circo Massimo – che si affaccia su un panorama unico: oltre la valle di congiunzione del colle Aventino con il colle Palatino, la chiesa di Santa Maria in Cosmedin (che ha al suo interno la Bocca della Verità), il Tempio di Vesta e il Tempio della Fortuna, Via del Velabro con la chiesa di San Giorgio al Velabro e gli Archi di Giano e degli Argentari, il Lungotevere alberato, il Palazzo comunale, fino al Teatro di Marcello. Chi arriva sul tetto di questo palazzo può godere, dunque, di una vista incredibile e di un’atmosfera elegante.

Ma non solo. Il Circus offre anche una cucina invitante, di chiara impronta mediterranea, rielaborata e miscelata con stile internazionale. In più, nota non scontata in un contesto romano spesso carente, un servizio educato e competente, capace di aiutare con suadente affabilità.

2Abbiamo assaggiato l’uovo biologico con doppia cottura su spuma di patate novelle e tartufo primaverile: delicata e leggera la mousse di patate arricchita dalle ‘foglie’ di tartufo; interessante il duplice registro della cottura dell’uovo con una crosta esterna e un cuore morbido. Notevole il polpo arrosto con pomodori, guanciale, fave e pecorino: mix di terra e di mare, è un classico della tradizione che esalta la storia della cucina tipica romana con un tocco di eleganza.

I cappellacci di pasta all’uovo fatti in casa sono farciti 3con burrata di Puglia, melanzane affumicate e battuto di pomodorini e basilico. Il condimento interno si ritrova a corredo e può vantare una versione non banale – sottile e raffinata – della melanzana. Un primo ghiotto, gentile, riuscito.

 

4Dal menu dei secondi abbiamo selezionato il petto d’anatra glassato all’aceto balsamico bianco con foie gras e asparagi verdi: sapore garbato, bella idea, la selvaggina avrebbe potuto essere più tenera.

Questo piatto un po’ più corposo ci ha spinti a scegliere – all’interno di una lista dei vini nutrita di marchi italiani classici che va da Biondi Santi a Leone de Castris – un Cabernet Collio del 2011 dell’azienda friulana 5Pighin. Un tipico blend bordolese di Cabernet Sauvignon (al 60%) e di Cabernet Franc (40%) che fa una lunga macerazione in rosso. L’affinamento prevede una breve sosta in acciaio, 14 mesi in botti di legno e
un ulteriore periodo di permanenza in bottiglia. Rubino con sfumature granate, odora di erba fresca, ciliegia, viola e spezie. In bocca è asciutto, caldo, sapido e di buona struttura.

 

6Riusciti, infine, i due dolci assaggiati: perfetto il Tiramisù con croccante di nocciole servito al vetro, con una crema leggera e gustosa; più impegnativa la Mille e Una Notte di cioccolato con salsa alla vaniglia che può convincere i palati più golosi.7

 

 

 

 

 

Aperto a pranzo e a cena, la terrazza del Circus conta una trentina di sedute e richiede la prenotazione. Cornice ideale per una cena di coppia o per un’esperienza gourmet, la aspettiamo alla prova di esperimenti e progetti ambiziosi.