Liante 2014: quell’intesa galante tra Negroamaro e Malvasia

di Vittorio Ferla

Chi conosce il Salento, conosce il vento che batte queste terre piane, senza asperità, dunque esposte a ogni soffio. Chi conosce la storia del Salento sa che qui siamo rivolti a oriente, sole che si alza dalle acque dell’adriatico e tradizioni di culture levantine.

Non è strano, dunque, che un vino possa chiamarsi Liante, ovvero, nel dialetto di questa territorio, “Vento di Levante”: un vento che può essere gelido d’inverno e torrido d’estate. Un vento che può svolgere un ruolo cruciale nella maturazione delle uve da vino.

Il Liante di Castello Monaci (13% alcolici) interpreta fedelmente queste pianure e questi vigneti. Il protagonista principale di questa bottiglia è il Negroamaro, vino di sicuro potente, ma capace di versioni eleganti. Ma arricchito dalla Malvasia nera di Lecce, presente per il 20%. La Malvasia esprime un vino dall’intenso colore rosso rubino, gradevole al naso, corposo e alcolico al palato, dal sapore armonico e vellutato. Unita al Negroamaro, aggiunge alcolicità, sapidità e corpo.

Le uve dei due diversi vitigni sono raccolte a mano e vinificate separatamente, anche in ragione della loro diversa epoca di maturazione. Dopo la fermentazione, una parte del vino matura in barrique francesi, mentre il resto si affina in acciaio.

Nel calice il Liante è caratterizzato dal colore rosso rubino carico. Al naso si impone subito con un profumo intenso e articolato che ricorda una composta di frutta rossa e note di cioccolato. In bocca arriva caldo e armonico, con struttura e corpo importanti. Lascia una sensazione di eleganza e pienezza con aromi di frutta matura e spezie e una nota amaricante. Se si serrano le labbra e si soffia dalle narici, l’effetto retronasale è fortemente balsamico.

Da abbinare con carni alla brace e formaggi stagionati. Noi lo abbiamo associato con successo a degli spaghetti alla siciliana – conditi con una crema di acciughe, pinoli, un battuto di datterini freschi, pachino secchi, capperi e olive taggiasche e spolverati con pangrattato abbrustolito – e a un semplice pollo allo spiedo con patate al forno.