
di Vittorio Ferla
Il Val di Noto è la culla del Nero d’Avola. Abbiamo assaggiato questa interessante versione biologica prodotta dall’azienda di Corrado Gurrieri e Valeria Valenza. Qui la doc si chiama Eloro e la sottozona Pachino.
L’allevamento è a controspalliera con potatura a cordone speronato. I terreni sono gestiti in modo da assicurare una densità di circa 4.200 viti per ettaro. La vendemmia viene realizzata manualmente nella seconda decade di Settembre.
In cantina, la vinificazione di questo Nero d’Avola in purezza prevede una macerazione a temperatura controllata per circa 12 giorni. L’affinamento è fatto in legno: vengono utilizzate botti di differente capacità (da 5 a 30 hl).
Nel calice si presenta con un color rosso amarena con riflessi violacei che rivela una personalità intensa e giovanile. Gli archetti sono abbastanza evidenti. Al naso offre note di spezie dolci e profumi floreali. In bocca conferma la morbidezza tipica. Una certa spavalderia si rivela nella vena acida e nella impronta tannica importante che provoca una certa astringenza. L’impatto resta ampio e fresco, con un medio corpo, una nota asprigna e un retrogusto di liquirizia e piccoli frutti rossi.
La temperatura di servizio consigliata e di 18°C. si accompagna facilmente con carni rosse e formaggi piccanti. Noi lo abbiamo provato su bucatini al sugo piccante di pomodoro, paccheri con crema di carciofi e olive nere, bruschette con formaggio fuso. Per gli amanti dell’accoppiata con il pesce è possibile l’abbinamento con pesci ‘grassi’ come tonno e pesce spada.