
È record storico per il Made in Italy alimentare sulle tavole delle festività di tutto il mondo. A guidare la classifica è lo spumante italiano: mai così tanti brindisi come quest’anno nel mondo saranno con le bollicine tricolori, la cui domanda è cresciuta in valore del 50% in Gran Bretagna e del 32% negli Stati Uniti che si classificano, rispettivamente, come il primo e il secondo mercato di sbocco. Andiamo forte però anche in Germania, al terzo posto. E le richieste sono aumentate del 19% anche da parte dei cugini francesi, sempre molto nazionalisti nelle scelte della tavola.
E nella classifica delle bollicine italiane più consumate nel mondo ci sono nell’ordine il Prosecco, l’Asti, il Trento Doc e il Franciacorta che ormai sfidano alla pari il prestigioso Champagne francese. Si tratta di risultati che trainano l’intero settore dei vini per i quali si registra complessivamente un aumento dell’8% in valore dell’export.
Chi nel 2006 aveva pronosticato che il Prosecco sarebbe diventato entro il 2020 lo “spumante più venduto al mondo“, è stato Gianluca Bisol, presidente della cantina di famiglia di Valdobbiadene con alle spalle 500 anni di storia e 21 generazioni – oggi, circa 28mila gli ettari destinati alla produzione di Prosecco – e infatti noto come ‘Mister Prosecco’. Una stima che all’epoca destò stupore e perplessità ma che oggi è stata superata dai fatti.
”In realtà ero stato sin troppo cauto – ammette – dal momento che a questo risultato siamo arrivati con anni di anticipo rispetto alla mia previsione. E ora, sulla base delle mie esperienze e della conoscenza dei mercati internazionali, solo quest’anno ho visitato oltre 20 Paesi, alzo la posta e dico che entro i prossimi 15 anni la domanda di Prosecco nel mondo sarà di circa un miliardo di bottiglie e quindi dovremo decidere se e come attivarci per poter soddisfare la richiesta”.