Il Dolcetto di Clavesana: il Piemonte autentico, tra arte e vino

di Vittorio Ferla

 

Lavoro a Clavesana da 42 anni. Ne conosco molto bene la storia. Nel 1959 qui si partì con 32 viticultori. Oggi sono in tutto 280. L’area della cooperativa conta 400 ettari. Di questi, l’80% è dedicato al Dolcetto. Il restante 20% si divide tra Barbera (25 ha) e Nebbiolo (16 ha). Produciamo 10 mila ettolitri di vino. Più di 9 mila come docg Dogliani”. A parlare è Anna Bracco, direttore generale di Cantina Clavesana dal 2002 ad oggi. Clavesanese doc, Anna Bracco era approdata in Clavesana nel 1975, ricoprendo differenti ruoli. Sotto la sua guida Clavesana è uscita dalla dimensione di azienda dai grandi numeri rivolti prevalentemente al mercato locale e ha vissuto l’impegnativa quanto entusiasmante stagione del rinnovo dell’immagine e delle linee, giungendo a produrre vini apprezzati ora sul mercato nazionale e internazionale, ove sono state conquistate importanti quote commerciali. Da quest’anno ha lasciato la guida all’enologo della cantina, Damiano Sicca, 37 anni. Abbiamo incontrato Anna a Roma, nella primavera scorsa, grazie alla degustazione della Fisar di Roma organizzata da Romana Carletti e condotta da Fabio Ciarla.

 

Alla destra del Tanaro

“Il Dolcetto è un vitigno tipico piemontese, diffuso tra le cime più alte dell’Alta Langa, innevate a nord e marittime a ovest. Il più gran numero delle vigne più alte in Piemonte è nel terroir Clavesana. Il nostro terroir è il frutto del ritiro del mare – spiega Anna – ci troviamo alla destra fiume Tanaro, nella cornice di uno splendido paesaggio. D’autunno e foglie diventano rosse, arancioni, gialle e marroni”.

“Questa è la terra del Dolcetto, terza per importanza tra le uve piemontesi. A Clavesana, nella provincia di Cuneo, si trova la popolazione più densa, la più elevata per posizione e per lignaggio, la più storica del Piemonte: 3026 ettari di Dolcetto, 3182 viticoltori. Il Dolcetto ha qui delle radici profonde – continua Anna – anche il vino presenta il carattere dei contadini di questa zona.”

 

Le panchine rosse giganti

Alla tradizione si aggiunge da poco un ‘arredo’ imprevisto.

Racconta Anna Bracco: “Da qualche tempo le campagne del Dolcetto sono diventati famosi nel mondo anche per le loro ‘panchine rosse’. Di che cosa si tratta? Un progetto d’arte e architettura concepito da Chris Bangle, uno dei più rivoluzionari designer della BMW, uno dei migliori designer dell’industria automobilistica mondiale e sicuramente tra i più influenti della sua generazione. Nel 2009 Bangle decide di lasciare la direzione del centro stile della casa automobilistica e, dopo aver girato per alcuni anni in cerca del luogo ‘ideale’, si ferma da noi nelle Langhe, proprio a Clavesana, un luogo che lui considera profondamente autentico, perfino più del territorio del Barolo”.

“Qui – continua – fonda la sua casa-studio insieme alla moglie. Da qui inizia la sua nuova vita, lontana dal mercato frenetico delle automobili, dedicata a progetti e idee nuovi. La voglia di emozionare e cambiare le cose lo ha ispirato dunque nella realizzazione di enormi panchine rosse – adesso sono diventate 30 – costruite nei campi di fronte alla catena delle Alpi: su queste panchine, costruite lontano dalle strade asfaltate e raggiungibili soltanto dopo un cammino a piedi, secondo Bangle si torna bambini e si gode di uno spettacolo straordinario. Un modo nuovo per guardare verso l’orizzonte con un’altra prospettiva”.

 

L’Arco che cammina

Ma non basta. La creatività di Bangle non si ferma qui.

“Più di recente – racconta ancora Anna Bracco – Bangle ha inventato l’’Arco che cammina’. Big Walking Arch, quasi quattro metri in altezza, larghezza e profondità, è costruito con pannelli di cemento innestati su un’ossatura di ferro. L’arco è posizionato su una grande scala costruita sulla collina sopra le vigne. Come se fosse appena arrivato o se stesse per partire. L’insieme è antisismico, resistente alla neve e al vento. L’idea di base di questa nuova installazione è di restituire a chi guarda un’immagine positiva, che renda un luogo memorabile e che al tempo stesso inneschi una riflessione sull’arte e sull’architettura. Per me – aggiunge Anna Bracco – sembra dire che anche l’architettura tradizionale deve venire a visitare Clavesana”.

 

Dolcetto, vino da pasto

Secondo Jancis Robinson “il Dolcetto è il vitigno più amichevole del Piemonte”. Un vino morbido, fresco e rustico, tipicamente da pasto. Fin dalla fine del ’500 è il vino delle famiglie della zona. Il protagonista della Fiera del bue grasso di Carrù.

Il nome Dolcetto deriva dal sapore molto dolce delle uve mature al momento della vendemmia. In piemontese si dice ‘dulcet’: una dolcezza causata non tanto dall’alta concentrazione zuccherina ma dalla bassa acidità. Dolce anche come i ‘dussets’ ovvero i dossi delle colline delle Langhe.

La forte canalizzazione del Tanaro, in prossimità di Clavesana, Dogliani e Comuni limitrofi si accentua ulteriormente, contribuisce a fornire buona freschezza e umidità che proteggono la zona dai forti picchi di aridità.

Le correnti fresche del Monviso, nelle Alpi marittime, apportano buona escursione termica e brezze serali per la salvaguardia di acidità e di aromi primari.

La grande difformità di altitudine tra i diversi Comuni e tra i tanti ‘coviticoltori’ in Clavesana contribuisce ulteriormente alla originalità del Dolcetto di Clavesana.

 

I vini in degustazione

Passiamo alla degustazione, guidata da Fabio Ciarla, a partire dai bianchi, passando per il campione della zona, il Dolcetto, per finire a una interessante sorpresa.

 

Alla giornata 1221  – Millesimato 2014

Un metodo classico 22 mesi, 100% Chardonnay. A partire dal 2015 la denominazione diventerà Alta Langa. In progetto il passaggio al blend di Chardonnay e Pinot nero. Il numero 1221 è ispirato dal produttore che è il numero 1221 sul registro dei soci. La ‘giornata’ piemontese era calcolata sulla base del trattore che in un giorno faceva 3810 metri. Questa bottiglia viene da una piccola partita di terra. Perlage fine e persistente, giallo dorato, luminoso e perlato. Naso non troppo maturo ma fresco. Sentori di nela e note agrumate. In bocca l’ingresso è rotondo e avvolgente. La nota acida dona equilibrio e persistenza.

 

Langhe Chardonnay doc 2016

Naso di frutta gialla e tropicale. L’annata calda ha generato sentori più maturi. In bocca è morbido con buona spina acida e sapidità. Abbastanza grasso e complesso. Retrogusto di camomilla.

 

Langhe Rosato 2016

Produzione di 6 mila bottiglie realizzata con uve Barbera. Colore rosa salmone. Naso fruttato di ciliegia con note di erbe aromatiche. Morbido in bocca con retrogusto di caramella alla frutta e balsamica. Molto apprezzato da scandinavi e canadesi.

 

Dogliani Docg 2015

Vino diretto e di facile beva, rosso rubino limpido ma impenetrabile. Olfatto di frutta rossa, in particolare amarena fresca, ma anche floreale. Un vino sottile, piacevole, semplice, dalla bocca fresca e gentile e dai tannini delicati, ideali per una merenda a base di pane e salame con gli amici.

 

Clou Dogliani Superiore Docg 2013

Un dolcetto più nervoso e più complesso al naso.

Un mix di frutta rossa e frutti neri, ma più maturi, con una nota speziata di caffè. Austero e ricco in bocca, sempre amichevole ma più intenso. Fine e persistente nel finale.

I tannini cominciano a farsi notare, aumentano l’estratto e la concentrazione, il sorso asciuga e impasta la bocca.

Vino più ritroso, ma estremamente versatile negli abbinamenti.

 

Alla Giornata 110 Dogliani Superiore Docg 2013

Rosso rubino limpido, molto intenso, impenetrabile. Naso di frutti neri, in particolare ribes, con una nota speziata. Riempie bene la bocca. L’acidità lo rende vivo. Ha un passo più sostenuto e vibrante, una evoluzione più dilatata che merita di essere scoperta negli anni.

 

Parte a questo punto una mini verticale al fine di verificare la capacità di invecchiamento del vitigno.

Dogliani Docg 2013

Profumo di frutta evidente: ciliegia e susina nera. Ancora molto fresco e poco immediato. Tannini delicati. Buon equilibrio tra struttura e acidità.

 

Dogliani Docg 2012

Siamo in presenza di una frutta più matura. Il frutto è meno croccante e ‘sprintoso’.

 

Dogliani Docg 2011

Vino proveniente da una annata felice, caratterizzato da austerità e complessità, con una struttura che lo sostiene ancora bene. Al naso fiori secchi, spezie dolci, tabacco e liquirizia. Persistente.

 

Alla Giornata 1053 Langhe Doc Pinot nero 2014

La sorpresa finale è questo Pinot nero dal tipico colore scarico e lievemente granato, interessante e floreale al naso. Non è ancora equilibrato ma propone eleganza e freschezza. In bocca è giovane e acido, con retrogusto di liquirizia. L’obiettivo è di produrrre 20-22 mila bottiglie entro il 2019.