Omina Romana: i vini della fenice per il rilancio del Lazio

di Vittorio Ferla

 

Ho avuto l’occasione di conoscere Omina Romana, una giovane azienda del Lazio, ma di proprietà tedesca, alcuni mesi fa, grazie ad una bella degustazione organizzata dalla delegazione romana della Fisar, omina 5una delle più importanti federazioni di sommellier, e guidata da Luciano Rappo, assaggiatore fra i migliori in Italia, direttore generale di Cesarini Sforza, per anni wine ambassador alla Càvit.

Mi fa piacere parlarne in questi giorni d’estate per offrire spunti di degustazioni ai lettori che, ancora in vacanza o pronti al rientro, sono in cerca di nuove esperienze.

 

Una fenice porta il mondo nel Lazio

Omina 2L’azienda è ancora poco nota, ma ha grandi ambizioni. A partire dal logo: una fenice. Che promette la rinascita della viticoltura laziale, mortificata da una diffusa filosofia produttiva che preferisce il massimo rendimento quantitativo rispetto all’impegno per la qualità. E poi la fenice è anche un animale mitologico che risorge dalle ceneri. E questi sono terreni vulcanici. Siamo a Velletri, nei Colli Albani, a 40 km da Roma. Anton F. Börner  in Germania imprenditore dell’industria pesante, rubinetteria e sanitari, e presidente della Bga, la Federazione del commercio estero, sposato con una italiana – ha abbracciato dal 2004 la viticoltura.

“L’imprenditore tedesco ha scelto il posto con precisione tecnica. C’era un terreno in vendita, lo ha studiato. Dati alla mano si davano le condizioni per fare un ottimo prodotto. C’erano le caratteristiche pedoclimatiche per fare vini di qualità. Aggiungi poi l’uso di scienza e tecnologia adeguate più una squadra di operatori formati e fedeli.omina 4 Nasce così Omina romana: un mix di territorio vocato, manodopera preparata, idee chiare, tecnologia avanzata”. A parlare è Paula Pacheco, l’agronoma della casa, che spiega la filosofia dell’azienda.

“Perché i vitigni internazionali? Sono le varietà con le quali possiamo confrontarci con il resto del mondo. La nostra azienda nasce per essere presente a livello internazionale e, in questo modo, vogliamo aprirci una strada nel mondo. I vitigni autoctoni non sono stati comunque trascurati. Tutto è frutto di una scelta meticolosa di portainnesto e cloni. Abbiamo realizzato una mappa precisa del territorio e ogni varietà ha trovato la sua collocazione. Vogliamo ritrovare nell’uva tutto il corredo aromatico che vorremmo poi nel vino. La vendemmia è fatta a mano e l’analisi sensoriale si fa già con l’acino nella vigna alla ricerca della maturazione dell’ultimo tannino. Ogni varietà viene raccolta al momento giusto, in modo diversificato: di ogni grappolo sappiamo che fine farà. Il fiore all’occhiello è il Cabernet Franc che qui arriva a maturità fenolica. Ordine, rigore e disciplina di questa cantina hanno una esplicita impronta tedesca”.

In attesa di una futura visita in cantina, veniamo alla degustazione della Fisar di Roma che ha avuto il merito di proporre per prima una selezione di spumanti (Bellone), di bianchi (Viognier e Chardonnay) e rossi (Cesanese e Merlot). E un finale importante con i tre cuvée della casa, tutti rossi.

 

Bellone 2013

omina belloneL’uva viene raccolta a fine agosto al fine di mantenere freschezza e acidità adatte alla versione spumante.  La presa di spuma avviene in autoclave per 6 mesi. Tre mesi di affinamento in bottiglia.

Il colore giallo tenue brillante annuncia sicuramente acidità. Il perlage persistente e fine, sembra richiamare quasi un metodo classico. L’olfatto è floreale e ricorda il pompelmo. Palato molto fine, con acidità vibrante e verticale. Ma resta profumato ed elegante. Un buon risultato per un uvaggio che, un tempo, serviva per il taglio di vini più importanti.

Indicato in abbinamento ai piatti di aperitivo di mare grazie all’acidità che pulisce la bocca.

Gradazione: 12% vol.

 

Viognier 2012

omina viognierVitigno poco conosciuto in Italia per la vinificazione in purezza dalla Francia

Sorpreso dalla caratteristica in vigna pesca albicocca confettura. Uso di ghiaccio secco per fare esplodere l’acino per l’estrazione del mosto fiore. Tutta la fermentazione avviene in acciaio e in barrique di secondo passaggio.

Il colore è giallo dorato molto intenso: trasmette già alla vista sensazioni di finezza. Il naso è complesso: sentori di pesca e albicocca, anche in confettura, note di legno ben calibrate per un vino importante. Al palato i 13 gradi alcolici danno una sensazione di calore: la struttura è importante, la mineralità spiccata anche se il profilo gustativo pare meno sfaccettato di quello olfattivo. Retrogusto di vaniglia.

Vino di grande longevità, offre il meglio di sé dopo anni.

 

Chardonnay 2013

omina chardonnayRaccolta manuale, cernita del grappolo, pressatura soffice e fermentazione acciaio per questo Igp Lazio Bianco. Il 50% del prodotto è trasferito in barrique per l’affinamento per 5-6 mesi in presenza delle fecce fini.

Il colore è limpido con riflessi dorati. Classici profumi di frutta matura (pera e pesca) arricchite dalla vaniglia della barrique. Freschezza e sapidità rendono piacevole il palato. Saporito grazie all’impronta del territorio vulcanico. Un bel tratto di eleganza, finezza e persistenza: in bocca dura a lungo.

Bene in abbinamento con primi piatti bianchi laziali e piatti di pesci e crostacei.

 

 

Cesanese 2013

In realtà, non è tipico di questa zona, ma lo studio del suolo ha confermato una possibile affinità di questo vitigno comunque laziale.

Tutti i vini rossi della casa, anche quelli di base, effettuano la fermentazione malolattica, che conferisce al vino una maggiore morbidezza e rotondità. Al termine di tale fermentazione il vino è separato dalla feccia e prosegue il suo processo di affinamento fino all’imbottigliamento. Vengono usate barriques di 2° o 3° passaggio per conferire al vino struttura complessa e ulteriore eleganza.

Il colore è rubino intenso: anticipa un vino giovane, morbido, senza spigoli. Questo Cesanese si presenta in versione più fresca con molto frutto al naso, buona acidità e tannini addolciti. Facile da bere, potremmo dire tanto ‘ruffiano’ da sembrare un merlot.

Abbinamento corretto con gli arrosticini e il pecorino stagionato, con i primi rossi e i piatti di carne della tradizione laziale.

 

Merlot 2012

omina merlotNelle ore del mattino le uve vengono raccolte a mano e di nuovo selezionate. La fermentazione avviene in tini di acciaio inox, quindi una parte viene messa a fermentare ulteriormente in piccole barrique dove il Merlot riposa per sette mesi.

Il colore è rosso intenso rubino. All’olfatto emerge tanto la frutta rossa dolce come l’amarena. Morbido e rotondo secondo tradizione, regala un retrogusto aromatico di lampone. In più, una bella miscela di spezie, pepe, tabacco, legno dolce.

Un merlot ‘didattico’, potremmo dire. Da abbinare con piatti vigorosi di carne.

 

 

 

Cabernet Sauvignon 2012

omina cabernetSuccessivamente alla pigiatura, la fermentazione a temperatura controllata avviene in parte in barriques in in parte in tini troncoconici di rovere. La macerazione ha una durata di 15-20 giorni. L’affinamento viene svolto in barriques di rovere francese per 10-12 mesi, dopodiché avviene l’assemblaggio.

Il colore tende al porpora con riflessi violacei. Il naso è fine e persistente: offre un concerto di frutti a bacca nera e rossa, ma soprattutto quella parte verde, vegetale, erbacea tipica della varietà. Presenta inoltre note di cioccolato, liquirizia, tabacco.

In bocca tannini nobili e una bella struttura. Questo Cabernet Sauvignon in purezza ha un carattere interessante.

Si accompagna a piatti di carne, umidi, brasati, cacciagione, funghi, formaggi saporiti.

 

I tre cru

Nelle uve rosse destinate alla produzione dei cru aziendali, tutti a loro modo fini ed eleganti, viene effettuata una macerazione pre-fermentativa a freddo, a partire dal tavolo di cernita dei grappoli, dove viene aggiunto ghiaccio secco. Successivamente la temperatura è portata sopra i 15°C e può aver luogo la fermentazione alcolica, a seguito dell’inoculo di lieviti selezionati. Al termine della fermentazione/macerazione, il vino viene immesso in barriques, dove avverrà la fermentazione malolattica.

Lo scopo è, ancora una volta, l’ottenimento di un prodotto dal bouquet variegato, con il giusto mix di aromi primari, secondari e terziari, con una struttura complessa, morbido, elegante, persistente e di lungo invecchiamento. Le bucce, una volta tolte dal serbatoio di fermentazione, vengono immediatamente pressate oppure ulteriormente macerate per estrarre da esse ulteriore sostanza colorante, polifenoli e aromi.

 

  1. Diana Nemorensis 2012 

omina dianaDedicato alla dea romana della caccia con l’intento di esprimere la stessa eleganza, forza giovanile ed esuberanza. Un blend fondato sulla morbidezza del merlot, con qualche piccola percentuale di Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon.

Colore rosso scuro con riflessi viola. Naso ricco di frutti rossi e neri, spezie, vaniglia, crema chantilly. Il Cabernet Franc da una nota più pepata e verde.

In bocca ha la dolcezza balsamica che ricorda i cioccolatini con cuore di ciliegia. Un tipico merlot, forse meno coinvolgente rispetto agli altri due cru.

 

2. Janus Geminus 2012omina janus

Dedicato al dio Giano, non soltanto per la potenza, ma,
crediamo per l’uvaggio più
equilibrato
tra uve Cabernet e uve Merlot.

Il colore è rosso rubino, brillante e intenso. Il profumo è complesso, con sentori di viola, tanta ciliegia e amarena, frutti di bosco, cioccolato e caffè tostato. Sicuramente più acidulo, speziato e pepato del precedente. Presenta un’aggressività in più da valutare nel tempo. Forse meno interessante del successivo.

 

3. Ceres Anesidora 2012

omina ceresDedicato alla dea romana dell’agricoltura. Cerere infondeva con la sua forza fertilità e abbondanza al suolo. E queste qualità caratterizzano questo vino elegante e complesso, fatto per metà con Cabernet Sauvignon e per l’altra metà con Cabernet Franc.

Il colore è rosso rubino, intenso e vivace con riflessi purpurei. Impatta meno al naso, si sentono meno i frutti, ma è fine ed elegante.

Un vino ampio, intenso e con tannini vellutati, che non finisce più. Mette insieme la finezza del Sauvignon e la persistenza del Franc.