Eleganti, giovanili, freschi: ecco i vini del Barone di Villagrande

di Vittorio Ferla

 

I vini del Barone di Villagrande che abbiamo assaggiato e che presentiamo di seguito ci paiono segnati da grande eleganza e freschezza. Anche quando si fa uso del legno resta la sensazione di vini concepiti da una enologia moderna e rivolto ad un consumatore giovane, competente e gourmet. Nessuna concessione alla solennità del casato, tanto amore per il territorio e uno sguardo rivolto al futuro.

 

Etna bianco superiore doc 2015

Carricante al 100%. Fa un anno di fermentazione in botte di rovere da 500 litri e due anni in bottiglia. In tutto, tre anni di affinamento al fine di esaltare le caratteristiche del territorio e del vitigno. Proviene dall’unico versante dove la doc Etna diventa “superiore”. Un bianco che nasce in una zona particolare dal microclima unico che vede piovere 10 volte tanto che nel resto della regione.

Nel calice è un giallo paglierino lucido, molto trasparente. Naso sulfureo di mela verde, biancospino, macchia mediterranea, agrumi. Nel palato avverti un’acidità spiccata, una buona struttura, una piacevole impronta salina. Vino elegante e affilato che richiama la pietra bagnata. Il finale è fresco, lungo e armonico.

Da abbinare a primi piatti a base di pesce e molluschi, a secondi di pesce di mare sia crudo che alla brace o anche su macco di fave con finocchio selvatico.

 

Contrada Villagrande 2013

Carricante con piccolo saldo di altri vitigni autoctoni per 13 gradi alcolici. Frutto di lunghi studi, prove, affinamenti. Esprime l’importanza di Milo come Contrada a sé. Coniuga la secolare tradizione di vini di qualità alla voglia di innovare e di sperimentare.

Sistema di allevamento a guyot con densità di impianto di 5000 ceppi per ettaro. In cantina si svolge la fermentazione in botti di rovere. Il successivo affinamento di un anno ancora in legno e, dopo l’imbottigliamento, continua l’affinamento in vetro per un altro anno.

Il colore è giallo tenue, luminoso, con riflessi verdi. Il profumo è ampio e complesso: alla mela, al biancospino e alla frutta estiva si aggiungono note di mandorla e noci. L’impronta di una tostatura delicata regala complessità aromatica, eleganza, equilibrio e longevità. Un bianco che può durare 20 anni, ma che resta fresco e vibrante, perfino verticale. La bocca, infatti, resta tesa, asciutta e salata.

Ottimo per accompagnare piatti leggeri di legumi, pesce alla brace, carni bianche, primi ai formaggi.

 

Etna Rosato doc 2016

Nerello Mascalese al 90% con un piccolo saldo di Carricante. Sistema di allevamento guyot con fermentazione a temperatura controllata per 12-18 ore. Gradi alcolici: 12,5.

Nel calice si presenta con un color buccia di cipolla, caratteristico di alcuni rosati etnei. Naso floreale di viola e delicato di pepe rosa. In bocca è molto acido e sapido. Ricorda per freschezza una spremuta di pompelmo rosa e di mela verde. Armonico, conserva la forza acida del bianco, con la struttura e il corpo del Nerello. Assai piacevole, fresco, fragrante, invita sempre a un altro sorso.

Ideale, bevuto anche da solo come rinfrescante, per le serate a bordo piscina. Da abbinare a pesci elaborati, formaggi freschi, caponata siciliana. Temperatura di servizio 12-13° °C

 

Etna rosso doc 2015

Varietà delle uve classiche con Nerello Mascalese all’80% e Nerello Cappuccio al 20%. Sistema di allevamento guyot. Vinifica in botti di castagno. In passato sono stati sperimentati diversi legni. Alla fine il ritorno al castagno, tipico di questo territorio non è tanto una scelta di ancoraggio alla tradizione, quanto, piuttosto, una maggiore versatilità del legno capace di dare stabilità al vino e rendere il colore più resistente. Imbottigliamento a 24 mesi dalla vendemmia. 13 gradi alcolici.

Il colore rosso porpora scarico rivela la sua gioventù. Il naso è floreale e minerale, con profumi di frutti rossi. La lieve tostatura aggiunge delle note dolci di liquirizia.

In bocca ha buon corpo e conserva una grande freschezza femminile, nonostante la verticalità dei tannini. Sapore asciutto, elegante e persistente

Da abbinare a carni grasse, arrosto o alla brace. Ottimo con il maialino nero siciliano. Da servire a 16-18° °C.

 

Salina bianco 2015

Vino secco, molto particolare sull’isola che si distingue per i passiti. Una scelta legata anche, in passato, alla flessione delle vendite dei vini dolci. Nasce con una quota importante di Malvasia (40%) per garantire una spinta aromatica, ma miscelando tutto ciò che non è Malvasia: Rossignola (dalla buccia molto lucida che trasmette acidità), Carricante e Insolia. Gradi alcolici: 13,5.

L’azienda possiede nove terrazze sul mare fino a 400 metri. Un clima particolare che rende Salina un’isola ‘verde’. Ma anche un’isola ‘d’oro’ per la malvasia con appena 40 ettari vitati per un totale di 12 produttori.

Nel calice risplende di un giallo dorato brillante, molto trasparente. Olfatto di geranio e di rosa, con una leggera riduzione all’inizio, poi note vegetali di finocchio. Retrogusto di arancia, mandarino, zenzero, acacia. Buon corpo e buona morbidezza, conserva forza e dinamismo dei vini di montagna. Un vino che promette una grande longevità.

La bottiglia renana, introdotta soltanto di recente, sembra annunciare la verticalità di questo vino sorprendente, figlio speciale dell’isola di Salina, e rappresenta probabilmente un omaggio ai vini di quel nord austriaco ai quali si ispira.

 

Malvasia delle Lipari Passito doc 2013

Vino icona del Mediterraneo, molto raffinato in questa interpretazione che compone molto bene una dolcezza non estrema (40 grammi per litro contro i 100 grammi consueti per questo vino) con la sapidità e la mineralità tipiche del territorio.

L’uva viene stesa sui cannizzi, provocando un appassimento naturale al sole. Con il metodo della ‘sgrappolatura’, vengono inseriti a metà fermentazione grappoli ancora integri e precedentemente selezionati a mano. Questa operazione permette di sprigionare maggiori aromi in fase di fermentazione e di sviluppare maggiore acidità.

Colore giallo dorato, lievemente ambrato. Quadro olfattivo molto complesso che raccoglie la ginestra, gli agrumi canditi, le nocciole, la pesca gialla, il miele, le erbe aromatiche. Emergono anche note speziate di pepe bianco, zenzero e scorza di limone.

13 gradi alcolici. Grazie al contrasto tra sapidità e dolcezza, oltre al classico abbinamento con dolci secchi e biscotti, è possibile offrirlo come aperitivo a inizio pasto oppure osare accostamenti più originali con formaggi, con alcuni piatti salati o, addirittura, con i crudi di mare. Da servire a 16-18 gradi.