Camilleri e la ricetta della pasta ‘ncasciata

Andrea Camilleri non c’è più da pochi giorni. Ma come tutti i grandi scrittori, ci ha lasciato in eredità una tale quantità di opere che potremo non sentirci mai, per fortuna, del tutto orfani di una perdita così grande.

In gran parte dei suoi libri, lo scrittore e sceneggiatore, originario di Porte Empedocle, ha tracciato un ritratto fedelissimo della sua Sicilia in cui, in “viganese” – la lingua da lui coniata – racconta storie anche di cultura gastronomica. A partire da come descrive questo “miscuglio” di italiano e siciliano, frutto di un duro lavoro di elaborazione:

[…] Non si tratta di incastonare parole in dialetto all’interno di frasi strutturalmente italiane, quanto piuttosto di seguire il flusso di un suono, componendo una sorta di partitura che invece delle note adopera il suono delle parole. Per arrivare ad un impasto unico, dove non si riconosce più il lavoro strutturale che c’è dietro. Il risultato deve avere la consistenza della farina lievitata e pronta a diventare pane […].

La scrittura di Camilleri è un continuo misurarsi con i piaceri del palato che spazia dal cibo di strada alle opere d’arte culinaria, dai piatti fatti di niente agli arditi incontri di sapori, pietanze che entrano nel cuore, come le pagelle e gli arancini di Adelina, bocconi impossibili da dimenticare.

La saga del commissario Montalbano, per esempio, è ricchissima di ricette che impariamo a conoscere a tavola con lui. Questo sito  – che vi consigliamo – le ricostruisce con tutti i riferimenti bibliografici e una legenda per imparare a collegarle alle diverse opere.

 

Tra le tante ricette, oggi, abbiamo scelto quella di un piatto della tradizione messinese: la pasta ‘ncasciata, ripiena di caciocavallo, melanzane e carne tritata che si differenzia dalla pasta al forno perché è in un unico strato, in cui il formaggio tutto ricopre e avvolge.

Ingredienti

600 g di magliette di maccheroncino
200 g di tuma o caciocavallo fresco
200 g di carne tritata
50 g di mortadella o salame
2 uova sode
4 melanzane
100 g di pecorino grattugiato
Salsa di pomodoro
Mezzo bicchiere di vino bianco
Basilico
Olio, sale e pepe

Procedimento

Tagliate le melanzane a fette e friggetele dopo averle tenute per più di un’ora in acqua e sale.

Soffriggete in tanto il tritato in un tegame, con olio abbondante, sfumate col vino e completate la cottura aggiungendo qualche cucchiaio di salsa di pomodoro.

Lessate la pasta, scolate la al dente e conditela in una zuppiera con la salsa di pomodoro.

Prendete una teglia ben unta e spolverata di pangrattato e versatevi le magliette alternandole a strati con la carne tritata, le melanzane fritte, il formaggio grattugiato il basilico, le uova sode, la tuma ed il salame tagliati a fette.

Chiudete l’ultimo strato di pasta con melanzane, salsa e molto pecorino.

Passate al forno caldo per circa 20 minuti. Il formaggio, sciogliendosi al calore del forno una leggera crosta dorata (da cui il nome ‘ncaciata, da cacio).

 

 


Ingredienti: Basilicocaciocavallocarne tritaMelanzanemortadellaoliopastaPecorinoPepepomodorosaleuova sode