10 anni di Fivi: a Roma il mercato dei vignaioli indipendenti

A dieci anni dalla loro felice unione, i Vignaioli Indipendenti FIVI tornano a Roma, nel Teatro 10 di Cinecittà, per presentare i loro prodotti. “Dieci anni sono un bel traguardo – spiega Matilde Poggi, Presidente FIVI – ma sono convinta che saranno solo i primi di una lunga vita per la nostra realtà. Sono stati anni intensi che ci hanno visto portare avanti e combattere molte battaglie a livello istituzionale sia a Roma che a Bruxelles. I successi raggiunti hanno fatto crescere la nostra credibilità tra le istituzioni, il pubblico e tra i produttori. È per questo che sempre più vignaioli aderiscono alla nostra associazione e partecipano ai nostri eventi”.

 

200 vignaioli a Cinecittà: interpreti e custodi del territorio

E così, sabato 19 e domenica 20 maggio, il Teatro 10 di Cinecittà sarà il palcoscenico dove 200 vignaioli della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti presenteranno i loro vini in occasione della seconda edizione del Mercato dei Vini a Roma.
Il Mercato dei vini è la manifestazione dedicata ai vini prodotti da vignaioli che seguono direttamente ogni passaggio della filiera produttiva, dalla vigna alla bottiglia, e rappresenta un’occasione unica per scoprire questi vini artigianali. I visitatori potranno parlare direttamente con i produttori, ascoltare le loro storie, assaggiare centinaia di vini, di tutte le tipologie e da tutte le regioni d’Italia e acquistarli direttamente.
“Ciò che rende forte la nostra associazione – sottolinea Luigi De Sanctis, vignaiolo in Frascati e consigliere FIVI – è la consapevolezza di ogni singolo vignaiolo di essere testimone, interprete e custode del territorio in cui vive e in cui lavora, in tutti i suoi aspetti. Anche nei luoghi, nei costumi e nelle tradizioni che lo contraddistinguono. E questa consapevolezza emerge chiaramente in ogni suo vino”.
Quattro le aree food che affiancheranno i banchetti dei vignaioli e che proporranno salumi, formaggi, dolci e altri prodotti provenienti da vari territori. Troveremo le ricercatezze gastronomiche di Simposio – Trionfo del Gusto, i salumi e i formaggi de La Tradizione e di Santanna, gli insaccati di Nero Calabrese dell’Azienda Agricola Adiano Ferrari, le specialità di Rango Srl e i taralli artigianali di Zio Pasquale.
Per permettere ai visitatori di fare acquisti e muoversi agevolmente all’interno del Teatro 10 saranno a disposizione numerosi carrelli per la spesa e trolley.
L’evento è organizzato in collaborazione con Daniele De Ventura di Simposio – Trionfo del Gusto.

 

I vigneti storici

Sono tre gli aspetti centrali per FIVI. Si parte dai vigneti storici ed eroici, oggetto in questi mesi di un censimento da parte del MIPAAF. Il problema è che i vigneti sotto i 1.000 metri quadrati sono esclusi dalla registrazione, poiché considerati per uso personale, e non richiedono denunce di produzione o altri oneri di registrazione della loro produzione.

Tuttavia, proprio nelle aree in cui la viticoltura eroica è sopravvissuta fino a oggi, 1.000 metri quadrati sono una dimensione di tutto rispetto, dove i Vignaioli hanno conservato pratiche colturali e varietà genetiche uniche, che rischierebbero di essere perdute nel momento in cui tali vigneti fossero espiantati o abbandonati. “La nostra richiesta al MIPAAF e alle Regioni – dichiara la Presidente FIVI Matilde Poggi – è di promuovere il censimento e la tutela dei vigneti storici ed eroici, indipendentemente dalla loro estensione”.

 

La selezione massale

La FIVI chiede inoltre che venga incentivata la pratica della selezione massale per permettere a ogni produttore di mantenere il patrimonio genetico delle proprie vigne. La selezione massale consiste nella scelta delle migliori piante nei propri vigneti, per ricavarne le gemme con cui innestare le future piantine di vite. In pratica, è lo strumento che offre le maggiori probabilità di mantenere la specificità genetica del proprio vigneto e della propria realtà locale e aziendale.

Attualmente, per ragioni sanitarie che FIVI condivide nei principi, la selezione massale viene scoraggiata in maniera determinata dalle norme nazionali che sovrintendono la produzione delle piante destinate ai nuovi impianti, preferendole la selezione clonale operata dai vivai. Oltre a questo i programmi di sostegno agli impianti viticoli (PSR e OCM) attualmente escludono i nuovi impianti effettuati usando piante derivanti da selezione massale.

 

Gli impianti a rittochino

La terza e ultima questione riguarda la sola regione Piemonte che, nel 2017, ha stabilito di non ammettere più a finanziamento i nuovi impianti viticoli a rittochino, ovvero con le file disposte parallelamente alla linea di massima pendenza, quando quest’ultima supera il 20%. “Non c’è dubbio che, con certe pendenze e con certi suoli il rittochino favorisca l’erosione – prosegue Poggi – ma non è il tipo di impianto a determinare, da solo, questa inattitudine”. La FIVI quindi chiede di adottare soluzioni di precisione nell’individuare l’ammissibilità al sostegno pubblico degli impianti a rittochino, basate sull’impegno vincolante da parte del vignaiolo ad adottare pratiche culturali atte a scongiurare il pericolo di erosione. Fermo restando che il vignaiolo deve essere chiamato a risponderne in termini di ripristino dello stato dei luoghi in caso di fenomeni di erosione.