Vinitaly, Mastroberardino inaugura il Museo storico Mima

Nuovo progetto culturale per la tenuta Mastroberardino che il prossimo 15 maggio inaugura un Museo: Mima-Museo d’impresa Mastroberardino Atripalda, forte di documenti storici che abbracciano tre secoli della famiglia Mastroberardino e dei vini d’Irpinia, un binomio lungo l’arco di dieci generazioni.

 

La storia di Mastroberardino

Il progetto è stato presentato dallo stesso Piero Mastroberardino al Vinitaly alla presenza del direttore di Veronafiere Giovanni Mantovani, il quale ha sottolineato come “i suoi antenati erano già molto globali”.

La storia dell’azienda Mastroberardino infatti “può essere un esempio di come le nostre aziende potrebbero lavorare, valorizzando il vino, il territorio, l’enogastronomia. Sappiamo che quando si arriva in una cantina, è la prima immagine che rimane fissa”, che si può sintetizzare così: “Ho visto un pezzo di storia, ho visto un territorio, ho mangiato bene…”.

Piero Mastroberardino ha raccolto circa 10 mila documenti, alcuni serviranno per la pubblicazione di un libro, il cuore dei documenti serviranno per il Museo. La storia della famiglia che è rimasta per dieci generazioni sullo stesso territorio e ha lavorato sempre gli stessi vitigni si intreccia infatti con la storia d’Italia.

 

Le tre sezioni del museo

L’esposizione è articolata in tre intervalli storici.

1-Il primo parte dal 1700 e arriva fino al 1914 con la scomparsa di Angelo Mastroberardino, cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia, artefice della prima internazionalizzazione dell’impresa a partire dal 1878.

2-La seconda sezione va dal 1914 al 1932, ed è dedicata all’esperienza di Michele Mastroberardino che sviluppa relazioni commerciali in Nord America e nell’Africa coloniale, si confronta con la mobilitazione della Grande Guerra, la prima versione del fascismo al potere, l’entrata in vigore del proibizionismo negli Usa.

3-La terza, infine, va dal 1933e il 1945, quando Michele prosegue l’opera di consolidamento dei vini su un vasto numero di mercati esteri, mentre all’interno fronteggia il consolidamento del modello corporativo fascista.e la fase dell’autarchia e l’organizzazione dei rapporti interni all’impero coloniale italiano, lo scoppio della seconda guerra mondiale, la fase più critica dei bombardamenti del 1943. Tutto documentato, anche attraverso fotografie. L’esposizione si conclude con la fine della guerra e la ricostruzione difficile.