Tramontano gli chef-star: i protagonisti sono gli artigiani

 

È il momento degli artigiani, dei produttori, di raccoglie sementi e produce formaggi e salumi d’eccellenza. E il futuro del made in Italy sta nel saperli raccontare. Se un mito deve essere creato, allora è quello di prodotti unici al mondo, come l’aceto Balsamico tradizionale di Modena Dop o il Parmigiano Reggiano Dop, per fare solo due esempi. E per farlo, occorre metterli in relazione con tour operator e con chi promuove l’accoglienza turistica.

La sfida dei Consorzi

La  sfida è rendere memorabile la tradizione. Parola di Mr. Expo, Davide Rampello, docente al Politecnico di Milano e ideatore dei contenuti del Padiglione Zero all’esposizione universale, intervenuto una una tavola rotonda promossa a Modena in occasione della prima edizione di  Gusti.a.Mo, promossa da “Piacere Modena” insieme a cinque grandi Consorzi del territorio, Aceto Balsamico di Modena Igp, Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop, Parmigiano Reggiano Dop, Prosciutto di Modena Dop e i Lambruschi modenesi Doc.

L’Italia: gastronomia del futuro

Una prospettiva condivisa dall’antropologo Marino Niola, dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, secondo il quale “l’Italia è la gastronomia del domani, perchè è sostenibile. Molto di più di quella francese. Fare tesoro dei gusti dei mille campanili e degli artigiani che si fanno custodi dei mestieri e del paesaggio significa costruire una nuova idea del Made in Italy”.

L’agroalimentare è dentro di noi 

Per il direttore di Qualivita, Mauro Rosati “per mantenere queste peculiarità, c’è bisogno che le imprese e i Consorzi continuino a investire su quello che rappresenta il territorio. Bene la tradizione gastronomica e produttiva ma è cambiata la testa, il palato,la geografia dei consumatori di buon cibo. E poichè il vero futuro passa per i giovani, occorre puntare sempre piu’ sul digitale”. Plauso del sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli al gioco di squadra messo in campo per  Gusti.a.Mo: “stiamo raccogliendo  – ha detto – i frutti di Expo. C’è un boom di turisti stranieri che visitano Duomo, l’Acetaia comunale, caseifici e prosciuttifici e fanno selfie davanti al ristorante di Bottura. Abbiamo messo l’agroalimentare ovunque, dal Festival della Filosofia ad Arti, perchè l’agroalimentare è dentro di noi e questo ci offre condizioni per creare futuro”.