ABCvino – Predire la vendemmia: disciplina olimpica con medaglie annuali

di Fabio Ciarla

Non serve nemmeno aspettare un quadriennio per sbellicarsi di risate con le previsioni della vendemmia del secolo. Succede praticamente ogni anno e gli attori sono di volta in volta il piccolo produttore che si affaccia alla comunicazione così come la grande azienda.

 

La vendemmia è ottima solo dopo!

Tutti cercano di sprintare per primi e guadagnare un po’ di visibilità. Peccato che la vendemmia potrà essere definita ottima solo quando tutte le uve saranno in cantina e, anzi, di solito ci vuole ancora qualche mese prima di capire se in effetti tutti i parametri registrati nelle uve e nei mosti si sono confermati nel vino. Si può parlare di quantità, è vero, e “grazie” alle gelate primaverili che hanno colpito la vicina Francia, siamo quasi certi di essere di nuovo noi italiani i primi produttori al mondo, sfiorando quota 50 milioni di ettolitri. Certo, se poi andiamo a fare un paragone sul valore più che sulla quantità allora ce ne torniamo a casa con la coda tra le gambe: i cugini transalpini vendono ancora nettamente meglio i loro vini nel mondo.

 

L’inutilità delle previsioni

Ma torniamo alle previsioni e alla loro sostanziale inutilità. Per il vino infatti, soprattutto in Italia, non esistono parametri scientifici certi e matematici sulla riuscita di una stagione. Si può avere indicativamente idea di una annata buona rispetto ad una pessima, ma poi sta al lavoro del viticoltore e alle capacità dell’enologo (spesso sono la stessa persona) la riuscita o meno di un millesimo.

Tra l’altro, parlando di un Paese come il nostro che è stretto e lungo, e che soprattutto vanta migliaia di vitigni e microclimi diversi, il parlare di annata ottima ad agosto non è forse la verità ma nemmeno una menzogna. Ci saranno sempre infatti, e ci sono stati anche nella difficile stagione 2014, dei territori in cui l’associazione clima, terreno e vitigno hanno reso al meglio anche in condizioni critiche. Allo stesso modo, soprattutto in quelle zone che hanno visto nascere vigneti dove non c’erano mai stati solo per produrre di più, anche la stagione migliore può dar vita a vini mediocri.

Che cosa fare? Goderci le previsioni vendemmiali che piomberanno nei prossimi giorni, e quelle già arrivate, come una qualsiasi disciplina olimpica. Con il concreto vantaggio di non dover aspettare quattro anni per assegnare le medaglie a chi la spara più grossa!

 

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