È Massimo Bottura il numero uno al mondo

Massimo Bottura, 53 anni, entusiasma il mondo per il suo stile italiano inconfondibile. Lo sottolinea il The World’s 50 Best Restaurant, la classifica delle migliori idee di ristorazione su scala globale promossa

Massimo Bottura

dalla rivista inglese Restaurant, dove un panel di 1.000 esperti gastronomici in tutto il mondo ha decretato ieri stanotte l’Osteria Francescana di Modena il miglior ristorante al mondo.

Lo chef modenese tristellato ha finalmente conquistato la corona mondiale, dopo due anni al terzo posto nella classifica in quello che è considerato il premio Oscar degli chef.

Attorno a lui, al Cipriani Wall Street di New York, un tripudio di eccellenze italiane, dal brindisi col Trentodoc Ferrari al Grana Padano e il caffè Lavazza. E tra i primi a complimentarsi su Twitter con Bottura e il suo team sono stati proprio i fratelli Roca, del Cellar Can Roca, spodestati quest’anno dal trono.

”In un paese in cui la cultura del cibo è profondamente conservatrice, Bottura ha avviato un percorso audace e talvolta controverso – si legge nelle motivazioni al premio – raccogliendo poi consensi in tutto il mondo e conquistando anche la critica italiana”.

 

 

Contro fame e sprechi, Bottura al Refettorio Ambrosianosala-Refettorio-Ambrosiano-640x426

Gli esperti internazionali hanno apprezzato anche il progetto senza scopo di lucro che vede Bottura promotore, al Refettorio Ambrosiano della Caritas, di un tentativo di combattere la fame e lo spreco di cibo. Per gli esperti, nella cucina di Bottura salienti le proposte di Cinque secoli di Parmigiano Reggiano che esplora formaggio pregiato della regione tramite la temperatura, la consistenza e, naturalmente, il gusto

 

Coldiretti: due stranieri su tre in Italia per il cibo

Il riconoscimento all’Osteria Francescana di Massimo Bottura come ristorante migliore del mondo conferma il grande appeal del cibo Made in Italy, con due stranieri su tre che scelgono l’Italia proprio per i prodotti agroalimentari, in vetta alla classifica delle preferenze di acquisto durante le vacanze. Ad affermarlo è la Coldiretti.

formagggiÈ la prima volta che un locale italiano ottiene il prestigioso riconoscimento. Il trionfo di Bottura è lo specchio – sottolinea Coldiretti – del nuovo protagonismo dell’agroalimentare nella ripresa del Paese, con il successo della gastronomia italiana che ha agganciato lo sviluppo della filiera agroalimentare, legandola anche al turismo, alle bellezze paesaggistiche e culturali del Paese.

Lo confermano le scelte degli stranieri con il food shopping che riguarda ben il 62% di turisti esteri e batte nettamente negli acquisti i tradizionali souvenir (50%), l’abbigliamento (48%) e l’artigianato (25%), secondo le elaborazioni Coldiretti sullo studio “In viaggio attraverso l’Italia” di Confimprese.

 

Russi in pole position nella passione per il Made in Italy

La passione per il cibo – precisa la Coldiretti – raggiunge l’apice per i russi con una percentuale dell`87%, spinta anche dall’embargo che ha fatto sparire i prodotti italiani dalle loro tavole, ma è trasversale per tutti i Paesi dell’indagine dalla Germania all’Inghilterra, alla Francia, ma anche Usa, Cina, e Giappone. Non a caso – rileva Coldiretti – l’export agroalimentare Made in Italy ha raggiunto nel 2015 il suo massimo storico, salendo a quota 36,9 miliardi, con un aumento dell’8% rispetto all’anno precedente.

 

I primati dell’agroalimentare italiano

Ma il premio a Bottura rafforza anche – aggiunge Coldiretti – il primato enogastronomico conquistato dall’Italia a livello internazionale dove il Belpaese è l’unico al mondo con 4886 prodotti alimentari tradizionali censiti dalle regioni ottenuti secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, 283 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, ma ha ottenuto anche il primato green con quasi 50mila aziende agricole biologiche in Europa e ha fatto la scelta di vietare le coltivazioni ogm a tutela del patrimonio di biodiversità.

L’Italia si è portata pure – conclude Coldiretti – al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,5%), quota inferiore di 3 volte alla media europea di 1,5% e di 12 volte rispetto alla media del 5,7% dei Paesi extraeuropei.