Vitigni d’Italia: curiosità e storia del Sangiovese

di Marco Nocella

Il Sangiovese è il vitigno a bacca rossa più diffuso in Italia. La sua storia si pensa risalga ai tempi degli Etruschi che lo coltivavano nei dintorni di Firenze, più realisticamente si tratta di un vitigno autoctono della zona del Chianti in Toscana che a partire dall’Ottocento si diffuse in gran parte dell’Italia centro-meridionale. Un’altra ipotesi storica sulla sua origine lo fa provenire dal Monte Giove, nelle vicinanze di Santarcangelo di Romagna: il nome iniziale Sanguis Jovis divenne successivamente quello attuale.

Il Sangiovese rappresenta la componente principale del vino Chianti e, in purezza o unito ad altri vitigni, entra nella composizione di circa novanta vini Doc, dalla Lombardia alla Sardegna, e in particolare di alcuni rossi molto importanti in Toscana, Romagna e Umbria: Amelia, Brunello di Montalcino, Carmignano, Chianti e Chianti Classico, Morellino di Scansano, Torgiano Rosso Riserva, Vin Santo del Chianti, Vino Nobile di Montepulciano.

Fa parte di una famiglia di vitigni molto diversificata a causa delle variazioni clonali le cui differenze vengono rilevate anche negli oltre quaranta cloni ufficialmente omologati, ma le tipologie principali sono due: ad acino grosso (detto anche dolce o gentile) e ad acino piccolo (detto anche forte o montanino).
Dal Sangiovese grosso nacque in purezza il Brunello di Montalcino nel 1840 ad opera di Ferruccio Biondi Santi che ha selezionato complessivamente quattro cloni: hanno il grappolo compatto di dimensioni medio-piccole con una buccia spessa che dona al vino grande corpo, colore, polifenoli e tannini.

Nella zona del Chianti classico il vitigno è stato sempre definito con il termine di Sangioveto e le viti sono sia ad acino grosso che ad acino piccolo. In seguito all’abolizione della mezzadria, diversi reimpianti sono stati fatti utilizzando i cloni del Sangiovese di Romagna. Attualmente viene impiegato il Sangiovese ad acino piccolo perché di qualità superiore grazie alla buccia più spessa dei suoi cloni migliori.
Era invece del tipo ad acino grosso il Sangiovese, detto prugnolo gentile, che venne isolato a Montepulciano all’inizio del XVIII secolo da cui nacque il Vino Nobile che ha caratteristiche di pienezza e tannicità diverse dagli altri vini della famiglia dei Sangiovese.

Un altro vitigno ad acino piccolo è quello diffuso nella Maremma da cui si vinifica il Morellino di Scansano: alcuni studiosi ritengono che che questa varietà sia stata introdotta in Toscana nel XIX secolo per poi diffondersi rapidamente grazie alla sua alta produttività.

Il Sangiovese coltivato in Romagna ha dei cloni differenti da quelli toscani ma presenta le due varietà di acino: quindi sembrerebbe che i due ceppi dello stesso vitigno si siano sviluppati in modo indipendente. Negli ultimi anni la qualità del sangiovese romagnolo è molto migliorata ma è probabile che ciò sia dovuto grazie all’impiego rilevante dei cloni toscani.

Bibliografia:
L’Enciclopedia del Vino – Boroli Editore, Milano 2011