Le colline del Prosecco candidate a patrimonio dell’Umanità

di Stefano Sequino

 

È stata lanciata in occasione del Vinitaly la candidatura delle colline di Conegliano Valdobbiadene a patrimonio dell’Umanità, tutelato dall’Unesco, territorio citato per la prima volta in un documento scritto nel 1754 e che oggi – a distanza di oltre 250 anni – vede il prosecco, il vino italiano più esportato sui mercati UE ed extra UE.

“Il dossier tecnico è chiuso – ha annunciato Luca Zaia, presidente della Regione del Veneto – con la partita Unesco andiamo a competere al massimo livello mondiale convinti di poter vincere: il riconoscimento Unesco è un marchio che non porta vincoli, ma valorizza un sito in tutto il mondo. È il massimo al quale si può ambire, e non porterà benefici solo alle colline del Prosecco ma a tutta l’enologia del Veneto”.

In effetti non c’è soltanto un valore viticolo ed enologico da considerare. I vigneti, sulle colline del Prosecco – così come altre aree viticole strettamente legate alle comunità rurali e al territorio – svolgono un ruolo culturale e sociale oltre che economico, fattori determinanti per ottenere l’ambito riconoscimento.

I precedenti

Non è la prima volta che la cultura enoica lascia il segno nella World Heritage List. Prima della proposta delle colline del Prosecco, sono stati infatti riconosciuti come patrimonio dell’Umanità i paesaggi vitivinicoli delle Langhe, Roero e Monferrato che, dopo un lungo percorso ed una nuova candidatura presentata nel 2013, hanno ottenuto nell’anno successivo l’iscrizione Unesco; così come, sempre a fine 2014, anche la pratica di coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità: una pratica viticola, la prima ad essere inserita nel prestigioso elenco, grazie alla quale gli isolani di Pantelleria sono riusciti a trovare (e valorizzare) il giusto ed antico compromesso tra la scarsa disponibilità idrica (poco più di 400 mm./anno di pioggia concentrata nel periodo autunnale), il clima sfavorevole e il lavoro, necessariamente manuale, assicurando una (seppure limitata) produttività dei vigneti Zibibbo.

Marketing del territorio

È certo che il riconoscimento Unesco è uno strumento che contribuisce a migliorare la promozione e la visibilità dei territori, dei paesaggi viticoli e dei vini locali, anch’essi strettamente legati al loro territorio di origine.

Uno strumento importante di valorizzazione dei territori in grado di incentivare la domanda turistica, anche straniera, sul fronte delle entrate e della capacità di spesa, in altre parole una grande opportunità per le realtà economiche (non soltanto del settore vitivinicolo) che nel caso delle colline del Prosecco conta circa 3.300 viticoltori, 445 cantine ed oltre 180 case spumantistiche per quasi 5.500 addetti.

Un progetto di crescita e di sviluppo dell’economia locale che passa anche per la condivisione, la realizzazione di idee, progetti e informazioni.

In altri termini un punto di partenza più che di arrivo!