“Il territorio come destino” per ridare valore alla campagna italiana

 

Dimostrare che gli agricoltori devono essere più protagonisti della crescita del Paese, perché sono in grado di innescare processi integrati con l’ambiente, il turismo, la cultura, il welfare. È l’obiettivo della Confederazione italiana agricoltori che ad Asti, città incastonata nei paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato, dichiarati patrimonio dell’umanità dall’Unesco, porta il suo “Il territorio come destino“, manifesto programmatico per la costruzione di un modello economico, sociale e produttivo sostenibile.

Dieci miliardi: il valore delle campagne italiane

Tema dell’incontro: “Proposte e percorsi di valorizzazione del territorio rurale italiano e astigiano”. Con un assunto di partenza: il paesaggio agricolo è un patrimonio, non solo estetico ma economico. Tra il turismo rurale e l’indotto legato all’enogastronomia tipica, infatti, le campagne italiane “valgono” più di 10 miliardi di euro l’anno.

Purtroppo però, secondo la Cia, la risorsa paesaggio è tuttora trascurata e a rischio, “attaccata” dall’avanzata di cemento, incuria e degrado. Un processo costante che ha cancellato 2 milioni di ettari di territorio agricolo e rurale negli ultimi vent’anni, con effetti anche sulla tenuta idrogeologica del Paese.

 

Il paesaggio: risorsa a rischio

“Ogni giorno in Italia si cementificano 55 ettari di suolo, compromettendo in questo modo l’integrità di paesaggi e scenari unici, plasmati nel tempo dall’attività agricola e motivo d’attrazione per i turisti sempre più numerosi”, ha detto il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino nel corso dell’iniziativa. “Il paesaggio rurale è una componente essenziale dell’identità del nostro Paese – ha spiegato Scanavino – e una fonte di ricchezza incredibile, legata anche al giro d’affari delle produzioni e dei vini certificati, strettamente connessi al territorio d’origine, come il Barbera o il Moscato ad Asti”.

Anche per questo la Cia ha scelto lo slogan “Il territorio come destino”: pianificare la salvaguardia del paesaggio oggi è un imperativo. Gli agricoltori chiedono di fermare lo scempio di questo “capitale verde” e lo fanno perché presidiano, mantengono e difendono il territorio. “L’Unesco, dichiarando i paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato patrimonio dell’umanità, ha premiato il valore naturalistico, storico e tipico di un territorio che è inimitabile, grazie a un’agricoltura attenta, ricca di tradizioni e di storia – ha aggiunto Scanavino. Questo valore aggiunto deve essere sfruttato appieno ed esteso a tutte le altre realtà”.

Strategie di sviluppo e promozione

Ecco perché, giungendo alle proposte, per la Cia diventa fondamentale lavorare a buone strategie per il paesaggio per costruire reali Piani Strategici Territoriali siano essi “paesaggistici o di  sviluppo rurale”, indirizzando risorse anche comunitarie e concorrendo allo sviluppo di strumenti innovativi, come la certificazione nella gestione del paesaggio quale elemento “promozionale” che abbina anche la qualità dei prodotti tramite la quotidianità del lavoro delle imprese agricole.