Il Libano del vino è in crescita

di Alessandra Bassi

Il Libano è considerato, a torto, uno dei paesi “nuovi” del vino: qui l’attività vitivinicola è dimostrata fin dai tempi dei greci e dei romani, nella rigogliosa valle del Bekaa, in cui le vigne sono coltivate sui pendii fino a 1000 metri, con una buona piovosità e notti fresche che garantiscono la maturazione ottimale dell’uva da vino.

La presenza massiccia di vitigni come il Carignan, il Cinsault, il Cabernet Sauvignon e il Syrah, e l’organizzazione delle cantine in veri e propri Château si spiega facilmente con la forte influenza che la Francia del vino ha auto su questo paese.

Questa regione ha una realtà vitivinicola in crescita, che sicuramente serberà ottime sorprese nel bicchiere per il futuro. La cantina più famosa è lo Château Musar, nota in tutto il mondo soprattutto per il suo vino bianco secco ottenuto da uve Obaideh e Merwah, affinato per 9 mesi in barrique e per altri 7 anni in bottiglia. Per la sua complessità di profumi e per la sua eccezionale struttura è stato definito dagli estimatori come un Sauternes secco.

Nel bicchiere troviamo sapori, profumi nuovi e inaspettati. I vini bianchi da invecchiamento sono poco conosciuti e ancora difficili da trovare, e proprio per questo interessanti.

I profumi, la storia e gli abbinamenti fanno sì che le serate in loro compagnia si rivelino interessanti e conviviali.