
di Marco Dobrovich
Una vacanza di dieci giorni a New York è stata anche l’occasione per scoprire pub, ristorantini, drogherie: un ricordo per chi già conosce questi posti. Un’indicazione in più per chi sta per partire per la Grande Mela.
CAFE MOGADOR – 101 Marks Place (tra la First Avenue e Tompkins Square)

Caffè Mogador
Facebook mi ha fatto conoscere Sabina, che trascorre ogni anno alcuni mesi a New York, e Sabina mi ha fatto conoscere questo ottimo ristorante magrebino in pieno East Village.
Sempre pieno: senza prenotazione è difficile riuscire a sedersi. Frequentato da qualche turista, ma in prevalenza da newyorkesi.
Prendi più piatti, assaggi da uno e dall’altro, bevi buona birra.Tutto molto buono e abbondante. Ti alzi sazio e riconciliato col mondo e te la cavi con 25 dollari. Trenta al massimo, tiè.
E il personale è gentile e veloce. A noi ci ha servito una bellissima ragazza di colore tutta tatuata, alta, magra e con due gambe lunghissime fasciate dai jeans, che sembrava uscita da una rivista glamour…
DEAD RABBIT – 30 Water Street (tra la 82a e la 83a Street)
Di ritorno da Ellis Island, scesi dal traghetto a Battery Park, a dieci minuti a piedi, poco dopo l’incrocio con

Dead Rabbit
Broad Street, c’è questo caratteristico pub irlandese di grande qualità inserito in un piccolissimo complesso di case basse a mattoni. La vecchia New York portuale…
Il locale è in legno, col grande bancone appena entri e i tavolini al piano di sopra, dove c’è anche un pianoforte che viene suonato la sera. Le birre (chettelodicoaffà!) sono eccellenti e io ho mangiato il miglior fish and chips della mia vita. Il tutto per circa venti dollari.
BARNEY GREENGRASS – 541 Amsterdam Avenue (tra la 86a e la 87a Street)

Barney Greengrass
A un quarto d’ora di camminata dal Museo di storia naturale, c’è questa bellissima drogheria che ha più di cento anni.
Noi siamo capitati sotto Natale e il negozio era pieno di pacchi che il personale confezionava per i suoi clienti.
Nella saletta accanto si mangia quello che dall’altra parte vendono al banco. E con una ventina di dollari bevi una birra e puoi scegliere tra una vasta gamma di piatti succulenti. Io ho preso un bagel con formaggio e salmone da leccarsi i baffi!
Ma torniamo all’East Village…
PLEASE DON’T TELL – 113 Marks Place (due passi avanti rispetto al Cafe Mogador)

Please Don’t Tell
Scoperto (è proprio il caso di dire!) da mio figlio Filippo, è il posto dove si dice si mangino i migliori hot dogs di New York.
Il locale è un buchetto e si può consumare al volo ordinando al banco.
Ma se si entra nella vecchia cabina telefonica incassata in una delle pareti laterali e si fa un numero di telefono, uno qualsiasi, magicamente si apre un pertugio dal quale si affaccia una ragazza che ti chiede se hai prenotato. E, se hai prenotato, il gioco è fatto: passi di là, ti siedi e accedi nel tempio.
Sul bigliettino da visita niente foto, niente logo, niente indirizzo. Ermetico anche lui (Please don’t tell: non lo dire a nessuno!). Solo un numero di telefono, al quale rispondono dalle 15:00 in poi per prenotare. Se non prenoti non entri. Se chiami alle 16:00 …è già troppo tardi!
FRANK – 88 Second Avenue (quasi all’angolo con la Fifth Street)

Frank Restaurant
Se a un certo punto ti va un buon piatto di pasta (e non solo), questo ristorante fa vera cucina italiana. Ma vera!
Noi abbiamo assaggiato le fettuccine ai funghi, le pappardelle al ragout di agnello e le orecchiette con broccoli e salsicce. Tutte fatte a mano. Tutte abbondantissime e ghiotte. Venti euro a piatto, ma ne vale la pena.
Acqua ghiacciata, che negli States ti servono di continuo in bicchieri giganti anche d’inverno (ma quest’anno faceva incredibilmente caldo!) e niente più,…per contenere i costi.
Alla fine 25 dollari a testa, mancia compresa (obbligatoria, non dimenticarlo mai. E, se sei più di sei a tavola, scatta il 20% fisso!).
Personale italiano ai tavoli. Grandi complimenti durante il pasto (“siete bravissimi! Sembra de stà a Roma!”) e breve discussione finale (“a matti! Venticinque dollari pè ‘n piatto de pasta?! Ma che davero davero!”).
Qui leggete la prima puntata sulle “Ciambelle a New York”! 🙂