Frutti di mare in Olanda, spezie negli Usa, arance in Italia

Questa è la quarta puntata di una serie dedicata al cibo nella storia dell’arte: lo studio Food art does not reflect reality – molto accurato e condotto da tre studiosi su un arco di tempo di 500 anni – è online.

di Ilaria Donatio

Il campione delle opere da cui i nostri studiosi sono partiti per avviare l’analisi dei contenuti è stato individuato sulla base di alcune fonti autorevoli che giudicavano quelle tele “significative” o “appropriate”: Art and Appetite per l’AmericaFood in Painting per Francia, Italia, Germania e Paesi Bassi, su tutte.

I 750 dipinti originari – ridotti a quelli che avevano come focus i pasti domestici – dopo aver scartato le tele raffiguranti banchetti, feste e le opere aventi come soggetto nature morte con una funzione decorativa e pasti non completi (come coppe di frutta), alla fine divennero 140: tutte opere appartenenti a un periodo storico che va dal 1500 al 2000.

Ciascuna tela fu identificata con un codice, a seconda del cibo che raffigurava, e categorizzata in base al Paese di provenienza e al periodo storico. Rispetto a quest’ultimo, gli studiosi decisero di utilizzare la classica periodizzazione della storia occidentale, individuando i dipinti realizzati dal 1500 al 1650 come appartenenti all’epoca dell’esplorazione e colonizzazione europea, quelli risalenti dal 1651 al 1850 all’età dell’Illuminismo, e quelli creati dal 1851 al 2000, vennero categorizzati come appartenenti all’età Industriale e Post-Industriale.

In tutto, furono codificate 91 varietà di alimenti che facevano capo ai cinque gruppi base: frutta, verdura, latticini, cereali e proteine (carne) accanto ai relativi condimenti (sale, zucchero, pepe nero), e oltre a questi, prodotti come mandorle, uva passa e noci. Inoltre, venne anche codificato il numero dei coperti visto che avrebbe potuto essere d’aiuto per individuare quanto cibo fosse destinato a ciascun commensale.

 

Ogni Paese ha il suo cibo (dipinto)

Gli autori delo studio hanno esaminato la frequenza con cui ciascun gruppo base di alimenti ricorreva nelle opere selezionate, riscontrando che la presenza di verdure e carni variava molto, negli anni e a seconda dei paesi: con il 19,29% delle opere che include verdure, il 75,71% frutta, il 38,57% carne e il 41,43% pane.

La verdura con l’incidenza più alta sul totale dei dipinti è, in ordine decrescente, il carciofo, il pomodoro, la cipolla, la zucca e il ravanello. Allo stesso modo, le carni più frequenti sono – sempre in ordine decrescente – molluschi, pesce e prosciutto. In particolare, i molluschi erano ritratti in oltre il 22% delle opere e sono i più diffusi nei dipinti olandesi (56,76%) e nel 20% di quelli tedeschi. Anche pesce e prosciutto sono più diffusi nei dipinti olandesi (ciascuno nel 13,51% delle opere), sebbene non fossero così comuni come i frutti di mare.

Degli altri gruppi di alimenti base, la frutta ricorreva nei dipinti molto di più rispetto alle verdure. Su tutte le tele, la frutta è dipinta nel 75,71% dei casi, mentre la verdura solo nel 19,29%. In particolare, i limoni sono presenti in un terzo di tutti i dipinti, con gli artisti che per il 51,35% dei casi sono originari dei Paesi Bassi, per il 30% della Germania, e per il 29,17% degli Usa. Lo stesso trend è riferibile all’uva mentre le mele sono al secondo posto dei frutti più dipinti, specialmente negli Usa, con un’incidenza pari al 41,67%. Arance e pere sono invece la frutta che – per eccellenza – compare nelle opere italiane.

Quanto ai latticini, il formaggio è il più diffuso, in particolare sulle tele italiane (24%), olandesi (13,51%),  americane (12,50%). Tra i cereali, il pane è il più comune (41,43%) ed è il prodotto più ricorrente nelle opere olandesi (62,16%) seguite da quelle italiane e tedesche (40%). I cracker sono presenti solo in Usa e Francia.

 Uva passa (25%) e mandorle (16.67%) ricorrono nelle opere americane mentre le noci in quelle olandesi (16.22%). Lo zucchero appare solo in dipinti francesi, americani e italiani con il primo Paese che registra un’incidenza di oltre il 10% in più rispetto agli altri due.

Il sale era il condimento più comunemente dipinto e appare con maggiore frequenza nelle opere olandesi (27,03%), tedesche (15.00%) e americane (8.33%). Il pepe nero (4%), la mostarda (8%) e i sottaceti (8%), naturalmente, ricorrono per la maggior parte in tele americane, le olive in quelle olandesi (19%).

(fine quarta puntata)

Fonte: http://sgo.sagepub.com/ – L’immagine di copertina è dell’artista olandese Tjalf Sparnaay